mercoledì, Aprile 17, 2024

Sulle tracce di Moro. Le dichiarazioni di Amintore Fanfani. Seconda parte


Le dichiarazioni di Amintore Fanfani.

Il senatore Amintore Fanfani, nella sua duplice veste di Presidente del Senato della Repubblica ed uno dei capi più influenti della Democrazia Cristiana, durante i giorni della prigionia, aveva ricevuto alcune lettere da Aldo Moro. In queste lettere dal carcere Aldo Moro fece pervenire l’indicazione dell’unica strada che poteva essere percorsa per ritornare in libertà ed aver salva la vita: la trattativa umanitaria con lo scambio di prigionieri politici. Attraverso il verbale del 28 giugno 1979 Fanfani, nel ricordare alcuni passaggi della tragica vicenda, affermò: “L’on. Bartolomei prese qualche minuto di tempo per stendere per iscritto quello che avrebbe potuto dire e me lo comunicò per telefono, richiamandomi infatti poco dopo, sempre alla presenza del Signorile. Signorile ritenne cjie la presa di posizione del Bartolomei poteva essere utile, anche se probabilmente non del tutto sufficiente, per ottenere la auspicata delazione di decisione contro MORO. La sera stessa, od il giorno dopo, agenzie di stampa e giornali pubblicarono la dichiarazione del Bartolomei. Credetti opportuno aderire alla richiesta di incontro rivoltami dall’on. Signorile, ritenendo che la sua insistenza ed il fatto che per venire a parlarmi doveva tralasciare o ritardare impegni di discorsi politici che aveva in provincia, sottolineassero la convinzione che egli aveva di approfittare di tutto il tempo disponibile per evitare un evento da tutti deprecato. Dopo che l’on. Signorile se ne fu andato, non mancai di avvertire la Presidenza della Repubblica della conversazione avuta, dato che l’on. Signorile aveva aggiunto alle sue indicazioni che l’avv. Vassalli sarebbe stato in condizioni di poter indicare qualche ipotesi di persona che poteva, nel rispetto della legge, essere eventualmente ‘scambiata” con l’on. Moro. Il lunedì  successivo (8.5.78) l’on. Craxi chiese di vedermi e, nella conversazione mi manifestò la sua viva preoccupazione che gli eventi temuti ai danni di Moro potessero precipitare. Ripetè che, mentre auspicava l’approfondimento del problema giuridico dello ‘scambio’, sarebbe stato quantomai utile (per non dire indifferibile) qualche manifestazione pubblica di attenuato rigore da parte della DC intorno al noto problema. Gli feci presente che il giorno successivo si sarebbe riunita la direzione della DC e che in quella sede certamente avrei preso la parola per invitare ad un approfondimento di una così grave questione. Nel frattempo chiesi all’on. CRAXI se erano state fatte indagini o sondaggi per accertare se l’on. Moro fosse ancora in vita. Egli convenne che il mio invito era molto opportuno, proprio in vista delle  ipotesi che si andava a cercare di approfondire. Neppure l’on. Craxi mi fornì indicazioni di sorta sulle sue fonti d’informazione”.

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