Sulle tracce di Aldo Moro. Trattative con i palestinesi per liberare l’onorevole Moro


La trattativa con i palestinesi per liberare l’onorevole Aldo Moro

Dalla relazione della commissione parlamentare sul caso Moro, presieduta dall’onorevole Giuseppe Fioroni, ed approvata ufficialmente nella seduta del 20 dicembre 2016, emerge un capitolo “L’avvio di una trattativa durante il sequestro”, dal quale si evince l’apertura di un canale con gli esponenti palestinesi per la liberazione del leader democristiano. Nel suddetto documento troviamo scritto testualmente: “La documentazione analizzata rivela che la realtà era diversa da quanto evidenziato nelle informative dei Servizi del 1978/1980. Il rapporto con i palestinesi fu costante e si basava anche sulla consapevolezza dell’esistenza di rapporti tra frazioni palestinesi e terrorismo interno. Durante il sequestro, il colonnello Giovannone, forte dei suoi consolidati rapporti in ambiente mediorientale, si attivò immediatamente. La sua azione, che viene qui riassunta sulla base dei documenti più significativi che sono stati acquisiti, si realizzò sfruttando i forti margini di autonomia di cui Giovannone godeva. Nella vicenda si possono distinguere tre fasi. In una prima fase venne acquisita la disponibilità della dirigenza OLP a sostenere gli sforzi per la liberazione di Moro, anche inviando segnalazioni su movimenti di terroristi. Già in un messaggio redatto probabilmente il 17 marzo per “Giusto” [il colonnello Sportelli], si comunicava che Abu Hol, responsabile della sicurezza dell’OLP, aveva assicurato che sarebbe stato interessato immediatamente Arafat con due finalità: contattare George Habbash per sapere se lui o altri esponenti del Fronte nazionale della liberazione della Palestina e del Fronte popolare per la liberazione della Palestina fossero a conoscenza dell’operazione Moro e potessero contattare i responsabili; avvertire i responsabili «che intera resistenza palestinese esige immediato rilascio nota persona» e «considererà atto di ostilità una inadempienza che comporterà la sospensione di «qualsiasi appoggio et contatto confronti gruppi responsabili». Quasi contestualmente Giovannone riferiva che «George Habbash, contattato stanotte da Arafat ha condiviso sua iniziativa e pur affermando di non conoscere responsabili operazione Moro, sin da prime ore di stamattina ha attivato i suoi elementi in Europa Occidentale per avere notizie al riguardo». I documenti nella disponibilità della Commissione evidenziano che l’attivazione dei palestinesi fu continuativa e si rivolse a una pluralità di organizzazioni terroristiche, estendendosi fino ai gruppi più estremisti di Wadie Haddad”.

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