venerdì, Aprile 19, 2024

Sulle tracce di Aldo Moro. Sergio Flamigni e “La tela del ragno”. Terza parte

 


Sergio Flamigni “La tela del ragno”

Flamigni, in qualità di studioso e scrittore del caso Moro, nel pubblicare “La tela del Ragno” menziona alcuni tentativi extra-istituzioni per trovare la prigione o avviare le trattative con le brigate rosse. Iniziative tutte finalizzate a salvare la vita al presidente della Democrazia Cristiana. Tra questi tentativi viene ricordato quello del “deputato Dc Benito Cazora, andreottiano, che stabilì un contatto con un gruppo di calabresi capeggiati da Salvatore “Rocco” Varone, il quale gli parlò della possibilità di trovare la prigione di Moro. “Rocco” accompagnò Cazora sulla Cassia, all’altezza di via Gradoli, e gli disse “Qui c’è il covo delle Brigate Rosse”. Cazora ne informò il questore De Francesco, l quale il giorno dopo gli fece sapere che dalle verifiche effettuate non era risultato alcun covo Br in via Gradoli. Senonchè il 18 aprile, dopo la scoperta della base brigatista di via Gradoli 96, al deputato Dc arrivò una telefonata del calabrese “Ha visto che noi gli abbiaamo detto la verità, e le diciamo anche di più: che il volantino del Lago della Duchessa è falso”. Sergio Flamigni, nel raccontare una serie di trattative, si sofferma sulle dichiarazione a lui fatte dal fondatore delle brigate rosse Renato Curcio “Moretti mi ha raccontato che le Br avevano sinceramente sperato di riuscire ad arrivare in qualche modo a una soluzione accettabile del sequestro senza dovere uccidere Moro. Per ottenere quel risultato si erano mosse in molte direzioni e avevano aperto diversi canali riservati”. Del resto lo stesso Moro, nell’ultimo brano del suo memoriale, sembrò credere a una imminente liberazione: “Io desidero dare atto che alla generosità delle Brigate rosse devo, per grazia, la salvezza della vita e la restituzione della libertà. Di ciò sono profondamente grato”; e in una delle ultime lettere recapitate il 5 maggio, annunciò la fine con queste parole: “Ora, improvvisamente, quando si profilava qualche esile speranza, giunge incomprensibilmente l’ordine d esecuzione”.

 

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