venerdì, Marzo 29, 2024

Sulle tracce di Aldo Moro. Le lettere indirizzate al Presidente della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati.


Lettere di Moro indirizzate a Giovanni Leone ed a Pietro Ingrao

Dalla “prigione del popolo” Aldo Moro continua a scrivere a ritmo serrato. E’ pienamente consapevole che la sua possibile salvezza passa attraverso la trattativa dello scambio dei prigionieri. Il 29 aprile vengono recapitate, attraverso i “postini” delle brigate rosse, due lettere indirizzate al Presidente della Repubblica Giovanni Leone ed al Presidente della Camera dei Deputati Pietro Ingrao. Nella prima missiva, con la quale Moro si rivolge al Capo dello Stato, troviamo scritto: “Alla Stampa, da parte di Aldo Moro, con preghiera di cortese urgente trasmissione al suo illustre Destinatario. Molti ringraziamenti. All’On. Prof. Giovanni Leone Presidente della Repubblica Italiana. Faccio vivo appello, con profonda deferenza, al tuo alto senso di umanità e di giustizia, affinché, d’accordo con il Governo, voglia rendere possibile una equa e umanitaria trattativa per scambio di prigionieri politici, la quale mi consenta di essere restituito alla famiglia, che ha grave e urgente bisogno di me. Le tante forme di solidarietà sperimentate, t’indirizzino per la strada giusta. Ti ringrazio profondamente e ti saluto con viva cordialità”. Nella seconda missiva, indirizzata al Presidente della Camera, il leader democristiano scrive: “Onorevole Presidente della Camera, in questo momento estremamente difficile, ritengo mio diritto e dovere, come membro del Parlamento italiano, di rivolgermi a Lei che ne è, insieme con il Presidente del Senato, il supremo custode. Lo faccio nello spirito di tanti anni di colleganza parlamentare, per scongiurarla di adoperarsi, nei modi più opportuni, affinché sia avviata con le adeguate garanzie, un’equa trattativa umanitaria, che consenta di procedere ad uno scambio di prigionieri politici ed a me di tornare in seno alla famiglia che ha grave ed urgente bisogno di me. Lo spirito umanitario che anima il Parlamento ebbe già a manifestarsi in sede di Costituente, alla quale anche in questo campo ebbi a dare il mio contributo, e si è fatto visibile con l’abolizione della pena di morte ed in molteplici leggi ed iniziative. D’altra parte non sfuggono alle Assemblee né i problemi di sicurezza, che possono però essere adeguatamente risolti, né la complessità del problema politico per il quale non sarebbero sufficienti scelte semplici e riduttive. Al di là di questa problematica io affido a Lei, Signor Presidente, con fiducia ed affetto la mia persona, nella speranza che tanti anni di stima, amicizia e collaborazione mi valgano un aiuto decisivo che ricostituisca il Plenum del Parlamento e che mi dia l’unica gioia che cerco, il ricongiungimento con la mia amata famiglia. Con i più sinceri e vivi ringraziamenti, voglia gradire i miei più deferenti saluti”.

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