Nella relazione del presidente Gualtieri vengono esposti i numerosi dubbi sulle dinamiche che hanno portato all’eccidio di Via Fani, mettendo in discussione sia le sentenze che il memoriale “Morucci-Faranda”. Quest’ultimo è un documento attraverso il quale le brigate rosse hanno raccontato la loro verità sui fatti accaduti. Il presidente della commissione ha manifestato i sui dubbi in questi termini “I primi interrogativi si riferiscono alla dinamica dell’agguato.Nonostante il contenuto del citato memoriale Morucci-Faranda, giunto al giudice istruttore attraverso un percorso assai tortuoso e con ritardi singolari, non sono definitivamente chiarite la logica e la strategia del controllo da parte delle Brigate rosse del territorio che fu teatro del sequestro, e le modalità del trasbordo del sequestrato da un veicolo all’altro prima che fosse condotto nella «prigione». Nel senso che, sia in un caso che nell’altro, la ricostruzione basata sul racconto dei brigatisti lascerebbe spazio all’ipotesi di un concorso di ulteriori persone oltre a quelle indicate nella commissione del fatto. Tanto più se si considera che non paiono del tutto adeguate le risposte giudiziarie in merito alla ipotizzata presenza, tra i sequestratori, di una persona che parlasse in lingua tedesca, così come prospettato da due testimoni.
Circa le modalità con le quali il memoriale Morucci-Faranda pervenne all’autorità giudiziaria, dagli atti trasmessi alla Commissione dalla Corte di assise di Roma risulta che esso, insieme ad altri documenti, fu consegnato il 13 marzo 1990 al Presidente della Repubblica dal dottor Remigio Cavedon, direttore de «Il Popolo», con allegata una lettera firmata «suor Teresilla» (si tratta di suor Teresilla Barillà) e indirizzata allo stesso Presidente della Repubblica. Sulla prima pagina del memoriale è annotato a mano: «Solo per lei Signor Presidente, è tutto negli atti processuali, solo che qui ci sono i nomi. Riservato (1986)» con una sigla non decifrabile. Il 26 aprile 1990 il Segretario generale della Presidenza della Repubblica trasmise al Ministro dell’interno la suddetta documentazione che fu poi inoltrata dal capo di Gabinetto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma in data 7 giugno 1990″
Relazione del presidente della commissione stragi Libero Gualtieri (1992)