
La lettera del prof. Giuseppe Lazzati alla commissione parlamentare
Esaminando i documenti pubblicati dalla commissione Moro è opportuno focalizzare l’attenzione su una vicenda da pochi conosciuta. Dallo scambio epistolare tra il sen. Dante Schietroma (Presidente della commissione d’inchiesta parlamentare) ed il prof. Giuseppe Lazzati (Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) emerge l’iniziativa tenuta con Amnesty International finalizzata alla liberazione dell’onorevole Aldo Moro. Nella lettera datata 30 marzo 1981, a firma del sen. Schietroma, si legge: “Illustre Professore, la Commissione, che ho l’onore di presiedere, ha ritenuto di poter trarre elementi utili all’espletamento delle proprie indagini dalla acquisizione di una informativa sulla missione della quale fu incaricato, insieme all’ambasciatore Gaja, di recarsi presso Amnesty International, per attivare la mediazione al fine di ottenere la liberazione dell’onorevole Aldo Moro. Le sarei grato se Ella potesse precisare i limiti del mandato che ricevette e quale fu il contenuto dei colloqui che Ella ebbe ed infine l’esito del sondaggio. Nel ringraziarLa della Sua collaborazione Le invio i miei migliori saluti”. Dalla risposta del prof. Lazzati, scritta in data 10 aprile, si evince: “Onorevole Senatore, in risposta alla Sua richiesta in data 30. 3. 1981 a me giunta solamente il 6.4 posso dire quanto segue. La domenica 16 aprile fui raggiunto a Milano da una telefonata dell’On. Zaccagnini che mi pregò di recarmi col primo aereo possibile da lui per necessità urgente. Lo raggiunsi nel tardo pomeriggio: a casa sua gli erano accanto amici ed estimatori dell’On. Moro e Zaccagnini, a nome di tutti, mi pregò di recarmi a Londra con l’Ambasciatore Gaia per esplorare se fosse possibile ottenere l’interessamento di Amnesty International ai fini della liberazione di Moro. Sembrò a tutti che il tentativo dovesse essere fatto e in serata l’Ambasciatore Gaia ed io raggiungemmo Londra. Il giorno appresso si ebbero due colloqui, mattino e pomeriggio, con il sig. Ennals Segretario generale e alcuni funzionari della Organizzazione. Si chiese, quali amici dell’On. Moro e a nome della famiglia, che Amnesty prendesse contatto, se possibile, con i rapitori e almeno rivolgesse un appello per la salvezza dell’On. Moro. Quello che si ottenne, data la denunciata impossibilità istituzionale di Amnesty di esercitare forme di mediazione o di negoziato con i rapitori, che fosse diramato un comunicato il cui testo fu concordato nel pomeriggio e diramato appunto nella serata del 17. La sera del 17 si rientrò in Italia. Questo è quanto ricordo e resto a disposizione se ritenesse di avere bisogno di altri elementi.Con i più distinti ossequi”.