venerdì, Marzo 29, 2024

Sulle tracce di Aldo Moro. Il messaggio del Presidente della Repubblica Giovanni Leone subito dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro.


Il messaggio del Presidente della Repubblica Giovani Leone

Nel pomeriggio del 9 maggio 1978, subito dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro, in via Caetani, dentro il bagagliaio della Renault 4 rossa, il Presidente della Repubblica onorevole Giovanni Leone, inviò un messaggio al Paese. Il testo del discorso fu pubblicato sul quotidiano nazionale “La Repubblica” il giorno successivo. Il Presidente Leone, in quella tragica giornata, disse: “Il dolore mi prende l’animo nel profondo; una commozione senza fine mi sconvolge, Aldo Moro è stato ucciso spietatamente, orribilmente. Le belve, che hanno cercato di dare una un manto ideologico e politico, al rapimento che iniziò col massacro di cinque uomini di null’altro colpevoli che di compiere il loro dovere, non hanno ascoltato neppure il grido che l’umanità intiera ha lanciato perché quest’uomo fosse risparmiato. Con la sua morte la barbarie sembra aver voluto uccidere non un uomo, ma il pensiero, l’intelligenza, la libertà. L’Italia civile e libera, l’Italia che si riconosce nel lavoro, l’Italia cristiana, l’Italia di ieri e di oggi ha un sussulto di sgomento e di orrore. Ma questa Italia ha nello stesso tempo un sussulto di sdegno e di rivolta, Aldo Moro uccio è un lembo della nostra umanità e della nostra civiltà che ci viene strappato. Nel dolore della signora Eleonora, dei suoi figli, della famiglia che egli ha teneramente amato e che ha sofferto angosciosamente questo calvario ci riconosciamo e ci sentiamo uniti. Al dolore della Dc colpita nel più prestigioso dei suoi esponenti, un partito ripetutamente provato e che è perno insostituibile dell’equilibrio democratico del nostro paese, si unisce il dolore di tutta l’Italia democratica, che si sente ferita nella sua stessa ragion d’essere. Questa morte ci atterrisce, ci sconvolge, ma non riuscirà mai a travolgerci. Quale tragico errore hanno commesso i tristi eredi dei più barbari assassini che abbia conosciuto l’umanità: altre gesta che insanguinarono e terrorizzarono popoli interi sembrarono segno di tracotante e irrinunciabile potere, ma i loro autori furono poi cancellati dalla storia e condannati all’ignominia”.

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