giovedì, Aprile 18, 2024

Sulle tracce di Aldo Moro. I comunicati delle Brigate Rosse durante i 55 giorni. Quarta parte


I comunicati delle Brigate Rosse durante i 55 giorni

Le brigate rosse in data 20 aprile, due giorno dopo il falso comunicato che annunciava la morte di Aldo Moro, diffonde il “comunicato numero sette” insieme ad una foto polaroid. Nella suddetta foto viene ritratto il presidente della Democrazia Cristiana con in mano una copia del quotidiano “la Repubblica” del 19 aprile. Era la prova che tutti aspettavano: Moro era ancora vivo. In quest’ultimo volantino delle br si afferma “E’ passato più di un mese dalla cattura di Aldo Moro, un mese nel quale Aldo Moro è stato processato così come è sotto processo tutta la DC e i suoi complici; Aldo Moro è stato condannato, così come è stata condannata la classe politica che ha governato per trent’anni il nostro Paese, con le infamie, con il servilismo alle centrali imperialiste, con la ferocia antiproletaria. La condanna di Aldo Moro verrà eseguita, così come il Movimento Rivoluzionario s’incaricherà di eseguire quella storica e definitiva contro questo immondo partito e la borghesia che rappresenta… Gli specialisti della tortura, dell’annientamento politico, psicologico e fisico, ci hanno spiegato sulle pagine dei giornali nei minimi dettagli (l’hanno detto, mentendo con la consueta spudoratezza, a proposito del “trattamento” subito da Aldo Moro, che invece è stato trattato scrupolosamente come un prigioniero politico e con i diritti che tale qualifica gli conferisce; niente di più ma anche niente di meno)”. Nel documento suddetto viene inoltre detto “Il rilascio del prigioniero Aldo Moro può essere preso in considerazione solo in relazione della LIBERAZIONE DI PRIGIONIERI COMUNISTI. La DC dia una risposta chiara e definitiva se intende percorrere questa strada; deve essere chiaro che non c’è ne sono altre possibili. La DC e il suo governo hanno 48 ore di tempo per farlo a partire dalle ore 15 del 20 aprile; trascorso questo tempo ed in caso di un ennesima viltà della DC noi risponderemo solo al proletariato ed al Movimento Rivoluzionario, assumendoci la responsabilità dell’esecuzione della sentenza emessa dal Tribunale del Popolo”. Ed inoltre le brigate rosse, a proposito del falso comunicato n.7, sempre con lo stesso volantino, affermano: “E’ incominciata con questa lugubre mossa degli specialisti della guerra psicologica, la preparazione del “grande spettacolo” che il regime si appresta a dare, per stravolgere le coscienze, mistificare i fatti, organizzare intorno a sé il consenso. I mass-media possono certo sbandierare, ne hanno i mezzi, ciò che in realtà non esiste; possono cioè montare a loro piacimento un sostegno ed una solidarietà alla DC, che nella coscienza popolare invece è solo avversione, ripugnanza per un partito putrido ed uno Stato che il proletariato ha conosciuto in questi trent’anni e nei confronti dei quali, nonostante la mastodontica propaganda del regime, ha già emesso un verdetto che non è possibile modificare”.

 

 

 

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