Secondo una notizia di recente riportata dal sito internet Yahoo News, l’autore del cyberattacco alle centrali nucleari iraniane di Natantz, sarebbe un ingegnere iraniano, reclutato dall’intelligence olandese, coadiuvato, probabilmente, anche dai servizi segreti americani e israeliani.
A quanto sembra, l’ingegnere avrebbe inserito lui stesso il virus Stuxnet nei computer della centrale di Natantz con una chiavetta USB, dal momento che i sistemi operativi della centrale nucleare non sono collegati ad internet.
Alcuni dati riferiscono che il Stuxnet avrebbe già colpito circa duemila centrifughe iraniane nel giro di due anni, ciò ha portato gli iraniani a ritardare i loro programmi nucleari.
Sebbene non vi siano prove evidenti che dimostrino gli autori del virus informatico Stuxnet, alcune fonti sostengono che dietro questo tipo di attacco vi siano gli Stati Uniti e il Mossad israeliano.
Altre fonti di intelligence sostengono che anche altri Paesi avrebbero avuto un ruolo nello sviluppo di Stuxnet, come l’Olanda, la Germania, la Francia e l’Inghilterra. Proprio la Germania avrebbe avuto un ruolo importante nello sviluppo del virus, poichè avrebbe messo a disposizione la sua conoscenza in materia di sicurezza industriale; nelle centrali iraniane infatti sono usate apparecchiature siemens.
Il cyberattacco sembra essere avvenuto nei mesi scorsi, tuttavia è stato reso noto solo negli ultimi giorni e secondo un sito israeliano, le autorità iraniane avrebbero condannato a morte molti operai della centrale di Natantz, poichè sospettati di aver giocato un ruolo nell’azione di Stuxnet e di conseguenza di aver collaborato con i servizi segreti americani e israeliani nell’azione di sabotaggio.
Storia di Stuxnet
Il virus informatico stuxnet fu creato durante l’operazione giochi olimpici promossa dal ex presidente degli Stati Uniti G.W. Bush. durante l’operazione soprannominata “Giochi olimpici” del 2006 che aveva come scopo principale quello di colpire l’Iran con una serie di attacchi informatici; nella fattispecie il stuxnet doveva colpire la centrale nucleare di Natanz, per meglio dire, il suo bersaglio erano proprio le centrifughe della suddetta centrale, senza che però i sistemi di sicurezza della centrale potessero rilevarlo.
Secondo alcune fonti il virus sarebbe stato introdotto attraverso una chiavetta USB.
Il stuxnet sarebbe stato scoperto per la prima volta nel 2010 da Sergey Ulasen che lavorava per l’azienda di sicurezza bielorussa VirusBlokAda. L’impiegato bielorusso avrebbe scoperto il virus dopo che era stato avvisato da uno dei tecnici dell’azienda che aveva rilevato un ravvio improvviso di uno dei computer, dopo che era apparsa una schermata BSOD ( schermata blu di errore), conosciuta anche come schermata blu della morte.
Successivamente a quel attacco, altre versioni del virus colpirono altri cinque centrali iraniane, con l’obbiettivo di sabotare la produzione di uranio.
In Inghilterra, nel novembre 2010, il canale televisivo Skynews rivelò che una variante del virus informatico era in vendita nel mercato nero.
L’anno successivo più precisamente nel maggio 2011 la trasmissione americana Need To Know aveva dichiarato che l’amministrazione statunitense si riteneva più che soddisfatta dei problemi riscontrati dalle centrali nucleari iraniane, il commento avrebbe dunque adombrato un possibile coinvolgimento americano, tuttavia non confermato.
A gettare nuova luce su un possibile coinvolgimento americano nei cyberattacchi alle centrali nucleari iraniane, è stato anche il gironale NYT che nel giugno del 2012 affermò che il Stuxnet era stato creato dai servizi segreti americani in collaborazione con gli israeliani.
Il virus avrebbe colpito anche siti nucleari russi, ma secondo l’esperto informatico russo Kaspersky non vi sarebbero stati pericoli per la rete pubblica fin tanto che i sistemi informatici delle centrali non fossero stati collegati ad essa.