Steve Bannon è accusato di oltraggio al Congresso. La Camera dei Rappresentati ha infatti votato per ritenere Bannon responsabile penalmente. Ai democratici si sono uniti nove deputati repubblicani. Bannon si era rifiutato di testimoniare davanti alla commissione di inchiesta sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio scorso. Ora la parola passa al Dipartimento di giustizia che dovrà decidere se perseguire Bannon.
La Camera ha accusato Steve Bannon di oltraggio al Congresso?
La Camera dei Rappresentati degli USA ha votato per ritenere Steve Bannon, ex consigliere di Donald Trump, penalmente responsabile del reato di oltraggio al Congresso a causa del suo rifiuto di testimoniare davanti alla commissione d’inchiesta della Camera che sta indagando sull’assalto al Congresso del 6 gennaio scorso. La House ha approvato la richiesta di incriminazione con 229 voti a favore e 202 contrari. Ai democrati si sono uniti anche nove repubblicani: Liz Cheney, Brian Fitzpatrick, Anthony Gonzales, Jaime Herrera Beutler, John Katko, Adam Kinzinger, Nancy Mace, Pietro Meijer e Fred Upton. Ora il Dipartimento di Giustizia dovrà decidere se incriminare Bannon. In caso di processo, se condannato, Bannon rischierebbe fino a dodici mesi di carcere.
Per i dem la testimonianza di Bannon è cruciale
Il Comitato aveva chiesto la testimonianza di Bannon sul suo ruolo nell’organizzazione del raduno del 6 gennaio in cui ha parlato l’ex presidente Trump e sulle sue discussioni con la Casa Bianca. Secondo i membri del panel, la testimonianza di Bannon è cruciale per comprendere le azioni di Trump prima e dopo l’assalto. Inoltre la testimonianza potrebbe mostrare un legame tra l’ex presidente e i piani per interrompere la certificazione dei risultati elettorali del 2020.
Trump continua a minimizzare gli eventi del 6 gennaio
Secondo i democratici la sfida di Bannon alla Camera potrebbe creare un pericoloso precedente che potrebbe minare sia il Congresso che la responsabilità ai sensi della legge. Trump, nel frattempo, ha continuato a minimizzare attivamente la violenza del 6 gennaio e a promuovere le sue false affermazioni di brogli elettorali. Giovedì scorso, Trump ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava che “l‘insurrezione ha avuto luogo il 3 novembre, giorno delle elezioni“. Inoltre diceva che gli eventi del 6 gennaio sono stati “la protesta”. E il giorno prima, Trump ha preso di mira Cheney, il vicepresidente del comitato ristretto, definendola una “stupida compiaciuta“.
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