Ieri il Tribunale di Trani ha assolto con formula piena le società di rating Standard & Poor’s e Ficht dall’accusa di manipolazione del mercato. Accusate di aver rivisto in negativo il loro giudizio nei confronti del debito sovrano italiano per destabilizzare l’immagine del Paese sui mercati internazionali, la Procura di Trani aveva chiesto nei loro confronti pesanti condanne. Due anni per l’allora presidente mondiale di S&P Deven Sharma; tre anni per Yann Le Pallec, responsabile per l’Europa, e per gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. Per la società in quanto persona giuridica era stata chiesta la condanna al pagamento di una sanzione pari a 4,6 milioni.
Assolto “perchè il fatto non sussiste” anche il capo della sede londinese dell’agenzia, David Michael Willmoth Riley, che rischiava una condanna a 9 mesi di reclusione.
L’avv. difensore di Standard & Poor’s, Guido Carlo Alleva: “Finalmente è stata resa giustizia alla società e a ognuna delle persone che quotidianamente lavorano con onestà e competenza professionale”. Anche i difensori della società Ficht, gli avv. Marco Calleri e Andrea Rossetti esprimono “Grande soddisfazione per la sentenza di assoluzione e felicità, in particolare, per l’imputato David Riley e per la società Fitch”.
Il collegio giudicante, presieduto da Giulia Pavese, ha respinto la tesi accusatoria del Pubblico Ministero, Michele Ruggiero, per cui le previsioni delle società di rating diffuse tra maggio 2011 e gennaio 2012 contenevano una precisa volontà di diffondere “informazioni tendenziose e distorte sull’affidabilità creditizia italiana e sulle iniziative di risanamento adottate dal Governo per disincentivare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne così il valore.” Sotto accusa, secondo la Procura di Trani, era in particolare il doppio declassamento del debito sovrano dell’Italia (da A a BBB+) operato da S&P il 13 gennaio 2012. L’inchiesta sulle agenzie di rating aveva preso il via delle denunce dei presidenti di Adusbef e Federconsumatori, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, il cui ruolo è stato determinante per l’apertura dell’inchiesta.
In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza tra 90 giorni, la Procura potrà decidere se ricorrere in appello. La sentenza del Tribunale di Trani costituisce un precedente “storico” poiché è la prima emessa in Italia contro un’agenzia di rating. Rischia però di inserirsi nella lunga lista di inchieste dal grande impatto mediatico ma svanite come una bolla di sapone. Citando Shakespeare, molto rumore per nulla.