In Sri Lanka il presidente Gotabaya Rajapaksa ha dichiarato lo stato di emergenza nel tentativo di porre fine alle numerose proteste contro la crisi economica. Molti economisti affermano che la crisi è stata esacerbata dalla cattiva gestione del governo e da anni di prestiti accumulati.
La grave crisi economica in Sri Lanka
In Sri Lanka si stanno diffondendo le proteste contro la crisi economica senza precedenti. La difficile situazione del Paese è stata aggravata anche dalla pandemia di coronavirus, che ha bloccato il turismo. Secondo gli ultimi dati, l’inflazione ha raggiunto il 18,7% a marzo, segnando il sesto record mensile consecutivo. Anche i pezzi del cibo sono saliti a un record del 30,1%. In Sri Lanka vi è anche una carenza di carburante, che sta creando numerose interruzioni di corrente. Ma non è tutto.
In tutto il paese ci sono gravi carenze di cibo e farmaci e il governo ha introdotto il razionamento di latte in polvere, zucchero, lenticchie e riso. Diversi ospedali statali, che si trovano ad affrontare carenza di medicinali salvavita, hanno interrotto gli interventi chirurgici di routine. Il Paese ha anche dovuto annullare gli esami per milioni di studenti perché è finita la carta e il governo non ha i soldi per garantirne le importazioni.
Dichiarato lo stato di emergenza in Sri Lanka?
Nei giorni scorsi, il governo ha annunciato che “sta cercando un salvataggio dal Fondo monetario internazionale e sta chiedendo prestiti a India e Cina”. Ora, dopo che le proteste non si sono placate e centinaia di persone hanno cercato di assaltare la casa del presidente Gotabaya Rajapaksa, il presidente ha dichiarato lo stato di emergenza. Rajapaksa ha invocato le dure leggi che consentono ai militari di arrestare e incarcerare sospetti per lunghi periodi senza processo. L’emergenza è stata dichiarata per “la tutela dell’ordine pubblico e il mantenimento delle forniture e dei servizi essenziali alla vita della comunità”, ha affermato in un proclama.
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