sabato, Settembre 7, 2024

Spagna, il Re: Catalogna sleale. Puigdemont prepara l’indipendenza

Il re Felipe VI ha inviato un messaggio forte alla nazione spagnola: “C’è l’impegno della corona nei confronti della Costituzione e della democrazia e il mio impegno per l’unità della Spagna”. In Catalogna “c’è stata una slealtà inaccettabile verso lo Stato”.

Il referendum, dichiara il re, “ha messo a rischio l’unità e l’economia del Paese, fratturando la società catalana”. “C’è stata una condotta irresponsabile da parte delle autorità della Catalogna”, con un “inaccettabile intento di appropriazione delle istituzioni storiche della Catalogna”.

Puigdemont

“Autorità che in maniera chiara si sono messe al margine del diritto e della democrazia, hanno voluto spezzare l’unità della Spagna”.

Carles Puigdemont, il presidente catalano, in una conferenza stampa a Barcellona si rivolge direttamente al re Felipe VI. Il re doveva “rispettare tutti i catalani” mentre invece ha deciso di sostenere le tesi di Madrid senza dare ascolto ai catalani. “Ha deluso tante persone” che in questi anni lo hanno sostenuto.

Il portavoce del governo regionale catalano di Puigdemont, Jordi Turull ha definito l’intervento del re come uno “spaventoso errore da tutti i punti di vista”. “Non è possibile riferirsi al referendum della Catalogna come ad una slealtà inaccettabile”, e “per come le cose si stanno mettendo adesso, la questione è repubblica o repubblica”, ha detto alla tv TV3.

Il Primo Ministro del governo spagnolo Mariano Rajoy ha respinto la proposta di promuovere un tavolo di mediazione sulla crisi catalana avanzata dal segretario di Podemos Pablo Iglesias. Per avviare una “trattativa” con il governo Rajoy, Puigdemont dovrebbe rinunciare alla dichiarazione di indipendenza che ci si aspetta dopo il referendum indipendentista di domenica 1° Ottobre.

Da Strasburgo arriva la voce di Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, che al termine del dibattito sulla Catalogna  ha lanciato un “appello a sostegno di una riflessione serena e profonda, che favorisca il dialogo in Spagna, nel rispetto del quadro costituzionale”.

Antonio Tajani

“Nessuno – dice Tajani – ha gradito gli eventi di domenica. Ma le decisioni unilaterali, compresa la dichiarazione di indipendenza da uno Stato U.E., sono in contrasto con l’ordinamento giuridico europeo e sono destinate a provocare pericolose divisioni”.

Ad essere invece certi che il Parlamento della Catalogna “proclamerà l’indipendenza e la Repubblica catalana” è Candidatura d’Unitat Popular (Cup), il partito della sinistra indipendentista catalana. E’ la deputata Mireia Boya ad affermarlo. Ancora però non c’è un vero accordo tra i partiti indipendentisti catalani su questo punto.

El Pais ricorda che “Junts pel Sì” e la stessa “Cup” hanno chiesto ufficialmente un intervento del presidente della Catalogna Carles Puigdeomnt lunedì in aula.

Dal punto di vista delle responsabilità penali, oggi il capo dei Mossos d’Esquadra (la polizia locale catalana), Josep Lluis Trapero, è stato convocato in tribunale con l’accusa di sedizione per non essere intervenuto per controllare, nei giorni scorsi, una manifestazione di fronte al Dipartimento dell’economia a Barcellona. La Vanguardia online informa che Trapero rischia tra i quattro e gli otto anni di reclusione.

In questi giorni sono trapelate informazioni da fonti del governo di Madrid. Da queste ultime sappiamo che il governo spagnolo sta studiando diverse opzioni per una risposta legale proporzionata a un’eventuale dichiarazione di indipendenza da parte del governo regionale catalano. L’indipendenza sarà considerata illegale e si prenderanno le necessarie precauzioni.

Le misure di risposta ad una dichiarazione di indipendenza da parte della Catalogna potrebbero arrivare all’attivazione dell’articolo 155 della costituzione spagnola che recita: “Ove la Comunità Autonoma non ottemperi agli obblighi imposti dalla Costituzione o dalle altre leggi, o si comporti in modo da attentare gravemente agli interessi generali della Spagna, il Governo, previa richiesta al Presidente della Comunità Autonoma e, ove questa sia disattesa con l’approvazione della maggioranza assoluta del Senato, potrà prendere le misure necessarie per obbligarla all’adempimento forzato di tali obblighi o per la protezione di detti interessi”. Il secondo, e ultimo, comma recita inoltre: “il Governo potrà dare istruzioni a tutte le Autorità delle Comunità Autonome per l’esecuzione delle misure previste nel comma precedente”. Potrebbe quindi essere sospesa l’autonomia regionale catalana.

Viene esclusa categoricamente dal governo di Madrid l’ipotesi di una mediazione internazionale così come il dialogo con coloro che “non rispettano – secondo il governo spagnolo – lo stesso statuto di autonomia catalano”.

La speranza per la Spagna è che la Commissione europea sostenga le posizioni di Madrid.

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