Giaveno – Si è da qualche giorno conclusa la 41esima edizione della “Sagra dello Spaghetto” , la tradizionale manifestazione gastronomica organizzata dall’associazione Semi di Speranza della parrocchia S. Lorenzo Martire. Anche quest’anno l’evento ha registrato un notevole numero di presenze confermandosi un punto di riferimento per la comunità giavenese.
Giovani e meno giovani, adulti e ragazzi, donne e uomini: i volontari che hanno preso parte alla manifestazione sono centinaia. Qualcuno di loro ha addirittura vissuto tutte le primavere della Sagra prendendo parte alla manifestazione da ben 40 anni. E’ il caso di Aldo Oberto che ha visto nascere “Spaghettopoli” nel lontano ’79 insieme agli amici Felice (detto Cice, che tutt’oggi è uno dei volontari storici), le sorelle Agosto e molti altri.

“La Sagra nasce nel ’79 per esigenze legate al cinema di Giaveno. Si svolgeva sempre allo stesso posto ma l’organizzazione era molto diversa. Per me Spaghettopoli è un evento particolarmente importante perchè rappresenta un legame con la famiglia oltre che con il territorio. Mio papà, come me, si è sempre occupato delle bevande mentre la mia mamma preparava il sugo: salsiccia e peperoni, era questa la sua specialità! Al tempo era tutto molto casalingo, si cucinavano i sughi a casa e ci si fermava a cantare e suonare insieme. Senza le imposizioni normative di oggi si riusciva a fare ancora più comunità. All’inizio l’evento si svolgeva in soli tre giorni: venerdi’, sabato e domenica. C’erano degli stand separati adibiti ai giochi e la domenica Fratel Carlo organizzava sempre la corsa podistica e il pranzo per gli anziani. Si proponevano diverse attività ludiche a partire da “Scapoli e Ammogliati” fino ai giochi d’acqua con le borgate organizzati dal cognato di Raffaella Lussiana, era molto divertente. “ commenta Aldo.
Ed effettivamente in 40 anni di cambiamenti ce ne sono stati parecchi, lo sa bene Enrico Usseglio che da qualche tempo svolge un ruolo essenziale per la Sagra.

“Il mio ruolo consiste nell’approvvigionamento dei generi alimentari, un compito che mi impegna dal mattino presto alla sera tardi. Il parroco mi chiese di occuparmene tempo fa ed io accettai volentieri. Spaghettopoli è una bella comunità, un’occasione di socializzazione per giovani e anziani che lavorando in sinergia garantiscono il buon andamento della manifestazione. Di solito gli adulti si occupano di ruoli ordinari come l’organizzazione interna della struttura, le pulizie, il lavaggio di frutta e verdura e la preparazione dei sughi mentre i ragazzi, che sono oltre un centinaio, si occupano delle ordinazioni.”
E a rappresentare i giovani all’interno del Direttivo c’è Paolo Peira che ogni anno, insieme alla sua famiglia, partecipa all’evento.

“Io vivo Spaghettopoli come un dono per la comunità giavenese sia per la concessione di spettacoli estivi gratuiti sia per la possibilità che offre alle famiglie di potersi permettere una cena fuori a dei prezzi popolari. È una cosa che sento mia, un evento che unisce le varie realtà presenti in parrocchia: oratorio, catechismo, gruppi famiglia. Non ci rinuncerei mai. Trovo sia importante il fatto di dar la possibilità ai giovani di vivere quest’esperienza che comporta delle responsabilità ed impone il rispetto di alcune regole che sono uguali a quelle che troverebbero in un ambiente lavorativo. È un primo approccio sano e genuino. Da informatico sono contento di poter mettere a disposizione le mie competenze al servizio della manifestazione: la tecnologia ha aiutato moltissimo nella gestione degli ordini.”
Una grande famiglia, quella di Spaghettopoli, che necessita di organizzazione. A gestire i turni, le eventuali sostituzioni e coordinare le attività ci sono Luigi e Caterina, sposati da 33 anni.

“Spaghettopoli è un evento straordinario, una manifestazione che unisce le tre parrocchie: San Lorenzo (Giaveno), San Giovanni Battista (Valgioie) e San Giacomo (Sala). Un ambiente sano in cui socializzare e lavorare insieme per la comunità. Il ricavato delle serate è devoluto a favore delle attività parrocchiali o emergenze nazionali.Teniamo molto alla territorialità e collaboriamo con le varie aziende locali.Non è stato facile ripartire dopo il fermo imposto dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19: le difficoltà sono state tante sia sul piano economico che dal punto di vista delle risorse umane. Fortunatamente, con tanto impegno e grazie alla collaborazione di tutti, siamo riusciti ad offrire un buon servizio.”