SOYUZ 11 ED IL LANCIO NELLO SPAZIO

SOYUZ 11

Soyuz 11, è il nome della navicella spaziale Soyuz, mentre arriva alla stazione spaziale sovietica Saljut 1. Il programma Soyuz, conta il diciannovesimo volo sovietico,  ed è la prima missione, che aggancia con successo, la stazione spaziale sovietica, Saljut 1. La manovra di aggancio permanente, alla Saljut 1, permette il passaggio dei cosmonauti, verso la stessa stazione. Il 6 giugno 1971, avviene il lancio nello spazio, della navicella. La missione si conclude in tragedia, e tre cosmonauti, muoiono durante la fase del rientro, sulla terra.

LA SOYUZ 11 E L’ EQUIPAGGIO

L’ equipe Soyuz 11 spaziale, si compone di tre cosmonauti. Partono in missione, il comandante di primo volo, Georgii Timofeeviĉ Dobrovol’ skii, l’ ingegnere di bordo di primo volo, Vicktor Ivanoviĉ Pacaev, e l’ ingegnere collaudatore di secondo volo, Vladislav Nicolaeviĉ Volkov. In origine, l’ equipaggio risulta sostituito, ed i tre cosmonauti addestrati per la missione, sono Aleksej Leonov, Pëtr Kolodin, e Valerij Kubasov. Kubasov, viene sospettato di avere contratto la tubercolosi, e di avere contagiato i suoi compagni. I tre cosmonauti, vengono subito sostituiti.

LA SOYUZ 11 E LA MISSIONE

Il 6 giugno del 1971, nel cosmodromo di Baikonur, si effettua il lancio della missione Soyuz 11. I tre cosmonauti, raggiungono la meta della missione, già il giorno dopo. La navicella, si aggancia alla stazione Saljut 1, che diventa, la prima stazione spaziale, con un equipe di umani. L’ equipaggio, rimane all’ interno della stazione spaziale, per tre settimane. I cosmonauti, hanno l’ incarico, di collaudare tutti i sistemi, ed eseguire esperimenti scientifici. Il rientro della missione, viene anticipato, di una settimana.

IL RIENTRO SULLA TERRA

Il 29 giugno del 1971, l’ equipaggio risale sulla navicella Soyuz 11, e si prepara, per il rientro sulla terra. Di solito, l’ apparato metallico, che lega la capsula alla stazione, deve saltare, pezzo per pezzo, con la graduale detonazione, di lievi cariche esplosive. Per un errore, le cariche esplodono nello stesso momento. La spinta esplosiva alla Soyuz 11, è talmente forte, che attiva la valvola di scarico, dell’ aria. Di solito, la valvola attivata, si deve aprire prima dell’ atterraggio, per normalizzare la pressione atmosferica, interna ed esterna della capsula. L’ aria che si trova all’ interno della capsula, fluisce nello spazio aperto. Il cosmonauta Pacaev, si accorge del grave problema, e tenta di chiudere manualmente, la valvola, ma perde i sensi.

LA TRAGEDIA DEI COSMONAUTI

La valvola di scarico dell’ aria, della Soyuz 11,  è danneggiata, non si apre, e non permette la regolarizzazione  della pressione atmosferica, all’ interno e all’ esterno della capsula. Tutti e tre i cosmonauti, muiono soffocati, dall’ esposizione al vuoto, per la depressurizzazione. La capsula Soyuz 11, riesce ad atterrare, nella zona prefissata, con le procedure automatiche. Solo quando le squadre di recupero, raggiungono la Soyuz 11, capiscono la tragedia. In onore dei tre cosmonauti, viene celebrato un funerale di Stato sovietico, in cui prende parte, l’ astronauta americano, Tom Stafford. . Dopo la tragedia, la navicella viene completamente ristudiata.  L’ interno dell’ abitacolo, viene ingrandito, per dare la possibilità, agli astronauti, di indossare tute spaziali pressurizzate. Anche durante le fasi, di atterraggio e di lancio, le tute indossate, aumentano la sicurezza nei voli.

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