La pirotecnica Presidenza Trump si arricchisce di un nuovo scoppiettante capitolo. James Comey, scelto da Obama come capo dell’Fbi dal 2013 con mandato decennale, è stato licenziato in tronco dal Presidente. Il fatto è stato reso noto attraveso una lettera da Washington. Comey stava indagando su potenziali legami tra il comitato che si è occupato della campagna elettorale di Trump e Mosca e proprio qualche giorno fa era stato chiamato a testimoniare sulla questione. Trump ci tiene a sottolineare che questo rappresenta un nuovo inizio per una delle istituzioni più rispettate della nazione. Ha anche aggiunto che Comey è stato rimosso sulla base di raccomandazioni da parte del procuratore generale Jeff Sessions e del vice procuratore Rod Rosestein, sulla scorta della necessità di promuovere un nuovo corso per l’Agenzia. In un’altra lettera, Rosestein aveva inoltre affermato che la condotta di Comey aveva messo in discussione la reputazione e la credibilità dell’Fbi. Più precisamente ad essere aspramente criticato sembra essere stato il voler chiudere l’nchiesta sulle email di Clinton , stabilendo che non vi fossero sufficienti prove per procedere con un’azione penale. L’eccezionalità della misura è sottolineata dal fatto che Comey non era stato preventivamente avvisato del licenziamento ed ha appreso direttamente dai media la notizia, mentre un fidato collaboratore di Trump si recava a consegnare all’ufficio del direttore la lettera di licenziamento. Immediate le reazioni dei democratici con vibranti proteste al Congresso, che invero hanno coinvolto anche alcuni Repubblicani. Il presidente della commissione Intelligence che sta indagando sul Russiagate, Richard Burr, ha affermato che questa decisione confonderà le già difficili indagini in corso. Proprio alla luce di ciò John Mcain, presidente della commissione delle Forze Armate, si è unito alla richiesta dei democratici di nominare un procuratore indipendente per il Russiagate.
Aldilà delle prevedibili proteste, la Presidenza procede per la sua strada ed è già al lavoro per trovare il successore di Comey: un “individuo di esperienza e qualificato”, come auspica Rosestein.