giovedì, Aprile 25, 2024

Società delle Nazioni: il 10 ottobre 1935 le inefficaci sanzioni all’Italia per la Guerra d’Etiopia

Dopo il discorso di Mussolini del 2 ottobre, la Società delle Nazioni denunciò pubblicamente l’Italia per la Guerra d’Etiopia. Conseguenza di quest’atto fu il provvedimento con il quale, il 10 ottobre 1935, si annunciavano sanzioni economiche per tutta la penisola. Queste comprendevano embargo su armi e rifornimenti militari, divieto di concedere prestiti e crediti, compreso quello di esportare prodotti italiani e di importare mezzi bellici dall’estero. Inoltre fu accettata la proposta del Belgio di dare l’incarico a Francia e Inghilterra di continuare a procedere con i rapporti diplomatici. Cercando di evitare così che le misure restrittive entrassero in vigore concretamente dal 18 novembre.

Società delle Nazioni: lo scontro frontale

Furono il Segretario di Stato per gli Affari esteri britannico Samuel Hoare e il Primo Ministro transalpino Pierre Laval a portare avanti la trattativa. In realtà la bozza d’intesa anglo-francese, non proposero un vero e proprio compromesso, ma una sorta di spartizione dei territori dell’Abissinia. Il piano fu immediatamente rigettato da Benito Mussolini che avrebbe preferito delle concessioni più ampie. Nemmeno l’Etiopia lo sottoscrisse, poiché riteneva che più di una punizione sembrava quasi un riconoscimento all’invasione dell’esercito italiano.

Dichiarazione di guerra all’Etiopia: il 2 ottobre 1935 il discorso di Mussolini a Piazza Venezia

La soluzione avanzata dalla Francia e dal Regno Unito non piacque nemmeno agli elettori britannici. Molti contestarono apertamente Hoare, che fu costretto a dimettersi dalla carica di responsabile degli Affari esteri. A partire dal 18 novembre, le sanzioni della Società delle Nazioni diventarono operative ma in realtà risultarono a dir poco inefficaci. La Gran Bretagna, ad esempio, evitò di bloccare il passaggio del canale di Suez alle navi italiane, contribuendo ad una prosecuzione delle operazioni belliche in Etiopia.

Società delle Nazioni: le sanzioni all’Italia furono inutili.

Inoltre non crearono così tanti problemi al sistema economico dell’Italia, poiché non andarono a bloccare settori di primaria importanza. Cioè petrolio, acciaio e carbone. Francia e Inghilterra si opposero all’introduzione di queste sanzioni. Ritenendo che avrebbero dato modo agli Stati Uniti di inserirsi per diventare il primo fornitore di petrolio al regime fascista. Bisogna sottolineare che in USA l’intervento dell’organismo internazionale fu considerato iniquo. Infatti, pur confermando di essere contrari all’invasione dell’Abissinia da parte dei soldati italiani, gli States evidenziarono una iniquità. Cioè che le limitazioni imposte soprattutto da francesi e inglesi che avevano degli imperi coloniali si risolvevano in una contraddizione.

Il regime fascista sfruttò le sanzioni della Società delle Nazioni per la sua propaganda politica

Le misure punitive varate dalla Società delle Nazioni contro l’Italia vennero strumentalizzate. infatti il regime fascista portò avanti un’ampia campagna propagandistica di raccolta del consenso. Infatti il governo di Mussolini puntò il dito contro gli iniqui provvedimenti presi dall’ente internazionale per colpire il Paese. Inoltre si evitò di informare l’opinione pubblica sulla scarsa efficacia delle misure per l’economia interna. Tentando di incrementare nella popolazione una sensazione di accerchiamento da parte delle altre potenze europee.

Tutto ciò contribuì a compattare i cittadini

Tutto ciò contribuì a compattare i cittadini intorno al governo e alla figura del Duce. In risposta all’intervento della Società delle Nazioni, il 18 dicembre il Gran Consiglio del Fascismo annunciò che da quel momento il 18 novembre sarebbe passato alla storia. Considerò questa data come «una data di ignominia e di iniquità nella storia del mondo». Al contempo, siccome c’era bisogno di incrementare le entrate dello Stato, furono emanati dei provvedimenti sui consumi per esaltare i prodotti nazionali. Cercando così di ridurre drasticamente le importazioni.

Proclamazione della Giornata della Fede

Tra le novità storicamente più importanti ci fu la proclamazione della Giornata della Fede il 18 dicembre. Il regime fascista organizzò una grande mobilitazione nazionale, fregiandosi anche del supporto di diversi personaggi illustri. Chiese ai cittadini di donare allo Stato le proprie fedi nuziali. L’iniziativa trovò l’appoggio anche di gran parte del clero italiano, con molti suoi esponenti che misero a disposizione i propri anelli. Il Vaticano con questo gesto andò di fatto a suffragare ulteriormente la guerra voluta e dichiarata dal regime.

Il 18 dicembre 1935 fu istituita la Giornata della Fede.

La propaganda culminata nella Giornata della Fede, per gli storici rappresenta il punto più alto di popolarità e consenso raggiunto dal fascismo. Le donazioni degli anelli nuziali però non bastarono a risanare le ingenti perdite causate della Guerra d’Etiopia. Di lì a poco si verificò un sostanzioso aumento del costo della vita e dell’inflazione.

Patrizia Gallina
Patrizia Gallina
Patrizia Gallina è una giornalista e conduttrice sportiva presso le emittenti televisive della Liguria. Conosciuta come scrittrice, attrice, cantante e modella, è nata nella città di Genova. Ha conseguito la laurea in Scienze Umanistiche presso l'Università degli Studi di Genova. Coltivo da sempre la mia passione per l'arte, la fotografia, la moda, il giornalismo e il calcio.

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