venerdì, Gennaio 24, 2025

Sir Mario Draghi: per Doris è il leader giusto per l’Italia

Sir Mario Draghi, il Presidente del Consiglio, è indubbiamente una figura di alto profilo. Autorevole e distinto dai partiti. Ex governatore della Banca d’Italia ed ex presidente della Bce. Con un passato alla vicepresidenza alla Goldman Sachs. La prima banca d’affari internazionale americana. Che in seguito a manovre speculative, scavò il baratro finanziario e condizionò i mercati e i governi di tutto il mondo. Ma detto ciò, l’approccio del governo Draghi nella gestione delle risorse e nell’elaborazione di un piano per assicurare che i fondi siano investiti in maniera efficiente, sembra come il “migliore dei mondi possibili”. E’ ciò che afferma Ennio Doris, il fondatore di Mediolanum. Analizziamo cosa dichiara.

Sir Mario Draghi è l’uomo giusto per l’Italia?

Mario Draghi dunque è l’uomo giusto, nel posto giusto, al momento giusto. Per fare il massimo per l’Italia in una fase cruciale. Sicuramente un leader forte e credibile in un governo politico di ammucchiata. E’ questa l’opinione di Ennio Doris. Il quale in un’intervista afferma che : “Finalmente abbiamo cambiato registro. Con l’incarico a Draghi c’è un leader forte, credibile, autorevole, che ascolta da Lega a 5Stelle, ma poi decide. La sua impronta si vede già nelle posizioni sul blocco dell’export dei vaccini. E nel consenso che si sta creando intorno a lui in Europa“. Poi aggiunge “Un grande banchiere. Ha salvato l’euro ed è stato di guida e riferimento per tutti i banchieri centrali. Inclusi i governatori della Fed”. Certo è, che agli occhi di tutti, appare come un governo di tipo gattopardiano. Con Di Maio ancora agli Esteri, Lamorgese ancora all’Interno, e con Speranza ancora alla Salute.


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Sir Mario Draghi: un passato da banchiere

Doris, inoltre ricorda il rapporto che c’è tra il leader di FI e il premier Mario Draghi. E dice: “Che Draghi sia arrivato alla guida della Bce su spinta di Berlusconi è noto. È meno risaputo che Berlusconi incontrò, uno ad uno, 14 Capi di Stato europei per creare il consenso attorno al suo nome. Finì appunto 14 voti a favore di Draghi e tre a favore di Weidmann, votato da Germania, Francia e Finlandia. Poteva finire 15 a 2, ma Silvio non riuscì ad incontrare il premier finlandese, ricoverato in ospedale”.

La sfida dell’Italia

La sfida quindi, è quella di far ripartire l’economia partendo dalle piccole e medie imprese dell’industria manifatturiera. Snellendo la burocrazia, e investendo nelle infrastrutture. Ma per questo c’è bisogno di capitali. Dove attingere, dunque? Doris suggerisce di partire dai Pir. I piani individuali di risparmio. Spiegando che nel Decreto Sostegni c’è un emendamento per innalzare la quota del beneficio fiscale per i sottoscrittori dei Pir. Da 30.000 a 100.000 euro l’anno. Ciò consentirebbe di canalizzare liquidità nell’economia reale. Difatti i 1.800 miliardi di euro depositati nei conti correnti bancari con i tassi negativi, sono un inutile parcheggio per i risparmiatori. E rappresentano un costo per le banche.

Come investire il denaro fermo?

Per Ennio Doris occorre aggiornare la Legge del 1983 sui fondi comuni di investimento. A tal proposito dichiara: “Gli italiani sono andati avanti per decenni con i titoli di Stato, sottoscrivendo Bot senza pensare al perché lo facevano. Cercando un rendimento e basta. Abitudine e disinformazione. Ora un titolo di Stato italiano inizia a dare un rendimento positivo, peraltro modestissimo, solo dopo 5-7 anni. I nostri concittadini sono disorientati“. Poi aggiunge: “Manca una cultura assicurativa, perché siamo stati abituati troppo bene da decenni di welfare forte“.

Diletta Fileni
Diletta Fileni
Blogger e redattrice per il Periodico Daily guardo alla scrittura come esercizio di riflessione e di responsabilità, uniti a un impegno per invitare alla conoscenza. Laureata in Economia e Commercio.

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