Simboli matematici: cosa c’è da sapere sulle loro origini?

Come molte altre conoscenze, la matematica si è evoluta nel corso dei secoli. Non è perciò qualcosa di statico e immobile. Anzi ancora oggi sono molte le scoperte fatte in campo matematico. Scoperte che aggiungano nuove nozioni a quelle già conosciute e, in alcuni casi, già studiate. I simboli matematici trovano spazio in questa evoluzione e crescita. Anche se è da ammettere che la loro storia è un po’ più recente della matematica. Infatti alcuni simboli hanno cominciato ad apparire a partire dal XV secolo.

Qual è la storia dei simboli matematici?

Quando si pensa alla matematica vengono in mente alcuni popoli antichi. Come per esempio gli Egizi, i Babilonesi, ma in particolare i Greci e gli Arabi. Tutte queste antiche civiltà non usavano però i simboli matematici. Il che poteva rendere un po’ più complicato svolgere vari calcoli. Uno degli scopi dei simboli matematici è infatti quello di rendere più semplice la matematica o la stessa algebra. D’altronde ogni persona ha ormai imparato quale funzione ha un determinato simbolo e quale tipologia di calcolo richiede. Questi simboli hanno cominciato ad apparire però solo verso il XV secolo, come già accennato. Ciò significa che la loro storia è molto recente. Al contrario di quanto riguarda per l’appunto la matematica. Quando e come sono nati però questi simboli? Vediamolo insieme.


Escher e la matematica al Museo marittimo di Barcellona


Addizione e sottrazione

I simboli legati ai calcoli matematici più elementari sono di certo i più conosciuti. Eppure anch’essi hanno un origine molto recente, sotto certi aspetti. Il primo utilizzo del segno più e del meno risale al 1489 e al matematico tedesco Johannes Widman. In particolare si pensa che il simbolo della sottrazione provenga da un piccolo segno posto su un numero che doveva essere sottratto. Inoltre, un primo tentativo di simboli matematici legati all’addizione e alla sottrazione risalgono all’Antico Egitto. Tuttavia nessuno al di fuori dell’Egitto li ha utilizzati e perciò non erano conosciuti nel mondo antico.

Moltiplicazione e divisione

Per questi due simboli matematici si deve invece attendere il XVII secolo. Un primo utilizzo della x per la moltiplicazione risale al 1618 e a John Napier, matematico scozzese. Come ben si saprà, sono in realtà molti i simboli legati alla moltiplicazione. Innanzitutto non si tratta neppure di una vera x, ma di un carattere più piccolo. Inoltre utilizzare la x crea problemi quando subentrano delle incognite o delle variabili. Ecco perché si sono cercate alcune soluzioni. Come per esempio il punto o, quando si tratta di computer, l’asterisco. Per il segno della divisione si deve invece attendere il 1659. Il primo a utilizzarlo è Johann Rahn, matematico svizzero. Anche in questo caso vi sono più simboli utilizzati. Il più celebre e anche il più antico è l’òbelo. Un’alternativa è invece la barra obliqua. Quest’ultima ha cominciato a essere utilizzata per le divisioni dal 1845.

Simboli matematici: uguale e percentuale

Il simbolo della percentuale sembra risalire al 1425 ed è di origine italiane. Inizialmente viene rappresentato con una p seguito da due zeri. Nel corso degli anni si è però esclusa la p ed è rimasta la barra obliqua con i due zero. La storia del simbolo uguale è invece molto più curiosa e divertente. All’origine del simbolo vi è il matematico Robert Recorde e il primo utilizzo risale al 1557. “Per evitare di ripetere le parole “è uguale a” ho utilizzato due parallele o due linee duplicate della stessa lunghezza“. Ha scritto Recorde nel suo libro “The Whetstone of Witte“. Insomma, il simbolo matematico uguale è nato per velocizzare il lavoro ed evitare di scrivere di continuo la stessa espressione. È anche vero che molte invenzione nascono proprio per una questione di praticità.

Radice quadrata, maggiore, minore e infinito

La radice quadrata ha avuto origine nel 1525. In un primo momento però questo simbolo assomigliava un po’ troppo al segno di spunta. L’aggiunta del vinculum, la linea orizzontale della radice quadrata, risale invece al 1637 ed è a cura di Cartesio. In realtà si pensa anche che la radice quadrata possa avere origine da una lettera araba. La nascita dei simboli matematici maggiore e minore è datata invece al 1631. A utilizzarli per la prima volta è un inglese, Thomas Harriot. La storia del simbolo infinto pare essere un po’ più antica. Le prime attestazioni risalgono intorno al VII e all’VII secolo. Il primo utilizzo è avvenuto invece non prima del 1655. A utilizzarlo per primo è l’inglese John Wallis. Probabilmente l’origine è da cercare nella variante del numero mille in numeri romani. Composto da una C, poi da una I e infine una C a rovescio.

Simboli matematici: il Pi greco

Il fatto che il Pi greco sia una lettera greca non significa che il suo utilizzo sia più antico. Anzi, verrebbe da dire che è l’esatto opposto. Inizialmente si utilizzavano due lettere greche per rappresentare il rapporto tra la lunghezza della circonferenza e il suo diametro: pi e delta. Perché? La risposta è piuttosto semplice. Pi perché è la lettera iniziale della parola greca che significa circonferenza. La lettera delta invece è la prima lettera della parola diametro. Il primo a utilizzare la lettera pi invece di delta è l’inglese William Oughtrend, nel 1647. Il primo utilizzo del Pi greco per rappresentare il raggio risale invece al 1706 e a William Jones, matematico gallese.

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