venerdì, Marzo 29, 2024

Silk Faw: alla ricerca di nuovi azionisti nel progetto

Ne abbiamo parlato anche noi: Silk Faw, la joint-venture cinese-americana, da un anno progetta il suo hub a Reggio Emilia. Al momento è però alla ricerca di nuovi investitori. Vediamo perché.

Perché Silk Faw cerca azionisti?

Lo scopo della ricerca di investitori, come appare ovvio, è la necessità di nuovi investimenti per il progetto. La Silk Sports Car Company Srl appartiene per l’85% a Jonathan Krane, e per il 15% al colosso cinese Faw. In Italia è invece guidata dalla General Manager Katia Bassi: l’azienda non avrebbe ancora sottoscritto l’acquisto dei terreni a Gavassa, dove l’hub dovrebbe sorgere con la funzione di sviluppare e costruire le hypercar elettriche e ibride per la serie S del marchio Hongqi.


Silk Faw di Reggio Emilia i lavori iniziano a settembre


Fondi insufficienti

Così quindi si è espressa Katia Bassi, in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore. “È in atto un accanimento mediatico nei nostri confronti, in queste condizioni geopolitiche non è facile per una startup privata quale è Silk Sports Car partire con un progetto di queste dimensioni. Non abbiamo rispettato le deadline perché ci sono evidenti difficoltà a reperire i fondi, ma non abbiamo preso un centesimo di fondi pubblici, non c’è dolo” ha puntualizzato. Lo scorso 25 luglio sono state messe in atto rassicurazioni in merito, ma non sembra abbiano avuto l’effetto desiderato: in questo contesto, è poco probabile che i lavori possano iniziare il prossimo 5 settembre, come era nei piani.

Dati finanziari confidenziali

Il punto focale rimane la situazione finanziaria dell’azienda, sui quali però Katia Bassi non si pronuncia. “Su questo non posso dare informazioni, sono confidenziali. Confermo invece che il progetto va avanti, seppur con qualche ritardo rispetto alle previsioni, e riteniamo sia di grande interesse e possa attrarre investitori interessati al segmento tech. Non c’è alcuna intenzione da parte degli amministratori italiani di portare i libri in tribunale” ha spiegato.

L’inchiesta a Reggio Emilia

Nonostante tutte le rassicurazioni, la Procura di Reggio Emilia ha comunque aperto un fascicolo per reati fiscali contro ignoti: oltre a questo, almeno una decina di dipendenti lamenterebbero stipendi non pagati. “Non siamo certo la sola azienda del territorio in ritardo con il pagamento di dipendenti e fornitori!” ha replicato a tal proposito Bassi. “La gran parte dei nostri lavoratori, siamo quasi una settantina qui, ha ancora fiducia nel progetto ed è con me negli uffici a lavorare, soprattutto nella progettazione HMI. Siamo trasparenti e pronti a collaborare con la Procura di Reggio Emilia”. Certo è che molte informazioni sul progetto risultano mancanti o nebulose, a partire dalla mancata pubblicità sull’intera operazione. Tutto si ridurrà dunque ad aspettare.

Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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