per il WTUnesco i lavori di messa in sicurezza dell’antico Spedale, un risultato storico ed un modello per tutti i musei italiani. Ora il Santa Maria può ospitare 1000 persone, fino a ieri solo 180
In occasione del WTU – World Tourism Unesco – in programma dal 22 al 24 settembre, riapre Palazzo Squarcialupi, l’ala del Santa Maria della Scala chiusa dal 2012. Sono infatti completati i lavori di messa in sicurezza dell’antico Spedale, che è oggi a tutti gli effetti completamente a norma. Un risultato straordinario, tenendo conto da un lato che si tratta di un immobile storico e vincolato, dall’altro che da oggi il Santa Maria è uno dei pochissimi musei italiani ospitati da un edificio storico che rispetta pienamente la normativa di sicurezza e antincendio.
I lavori, iniziati nel 2014, sono stati ingenti e hanno costituito l’occasione anche per alcuni interventi di restauro e di modernizzazione finalizzati a rendere gli ambienti espositivi di Palazzo Squarcialupi adatti ad ospitare grandi mostre, dotandoli di tutte le strumentazioni e gli apparati necessari per garantire alle opere un ambiente sicuro e climaticamente stabile.
I numeri degli interventi parlano chiaro:
La superficie
16.000 mq La dimensione dell’area interessata dagli interventi
La sorveglianza
1 centrale di controllo
90 rivelatori antintrusione
55 telecamere di videosorveglianza
La Sicurezza
13 uscite di emergenza
105 porte resistenti al fuoco
3 cortine antincendio
360 rivelatori di fumo
540 lampade di emergenza
1 impianto idrico antincendio con 23 naspi
1 impianto spegnimento water mist
3 impianti di spegnimento ad areosol
2 impianti di sovrappressione
1 impianto generale di evacuazione vocale
120 estintori
800 cartelli per la sicurezza
Il Microclima
3500 mq La superficie climatizzata, con controllo di umidità e temperatura
14 Unità di Trattamento Aria
I costi
1.800.000 € adeguamento antincendio
300.000 € messa a norma degli impianti elettrici e di sicurezza
80.000 € microclima
50.000 € illuminazione
Con questi interventi il Santa Maria della Scala è in grado di portare la propria capienza a circa 1.000persone presenti contemporaneamente nel museo, a fronte delle 180 che ha potuto ospitare fino a ieri.
Nei prossimi mesi il Santa Maria sarà oggetto di ulteriori interventi di sicurezza e antincendio, finalizzati a dotarlo di altre uscite di sicurezza e vie di fuga e ad adeguare, con gli stessi standard utilizzati negli interventi appena terminati, anche gli ambienti espositivi e non, come ad esempio magazzini e depositi, dei livelli inferiori e ad aumentare ulteriormente la capienza, portandola a circa 1.800 persone.
“È una grande soddisfazione – dichiara il Direttore del Santa Maria Daniele Pitteri – aver portato a termine, e nei tempi previsti, questi lavori che ci consentono di recuperare i circa 1500 mq espositivi di Palazzo Squarcialupi, di aumentare la capienza del museo, di essere dotati di un sistema di sicurezza di grande livello tecnologico. Si è trattato di interventi molto complessi, perché ci siamo trovati ad operare in ambienti antichi e vincolati e riuscire a renderli efficienti in termini di antincendio e sicurezza, nonché dotati di alti standard qualitativi relativamente alla conservazione e all’esposizione delle opere, ha richiesto un lavoro di concertazione costante in particolare con il comando dei Vigili del Fuoco. Grande merito va dato allo staff tecnico del Santa Maria, che ha diretto i lavori, e coordinato tutti gli interventi, progettandone una parte e confrontandosi costantemente con gli altri progettisti coinvolti”.
“La soddisfazione maggiore – spiega il Sindaco Bruno Valentini – è determinata dall’essere riusciti in un’operazione fino ad oggi ritenuta quasi impossibile in Italia, ossia il totale rispetto della normativa, senza alcuna deroga, in un museo ospitato da un edificio storico. La sicurezza delle opere, dei lavoratori e dei visitatori è un tema di grande rilevanza, che non può essere messo in secondo piano. Per noi si è trattato di un obiettivo prioritario, che rende il Santa Maria un esempio su scala nazionale e rimedia agli errori di programmazione del passato”.