In quasi tutta Europa, seppure gradualmente, le scuole apriranno i loro cancelli a partire da maggio, ma non in Italia dove la campanella tornerà a suonare a settembre: ad annunciarlo la ministra Lucia Azzolina in un’intervista al Corriere della Sera.
«Il governo a giorni prenderà una decisione. Ma con l’attuale situazione sanitaria ogni giorno che passa allontana la possibilità di riaprire a maggio. Significherebbe far muovere ogni giorno oltre 8 milioni di studenti» annuncia Azzolina.
Così in Europa
La Danimarca è stata il Primo paese europeo che ha riaperto gli asili e le elementari; anche in Svezia gli studenti sono regolarmente sui banchi, tranne quelli delle superiori e dell’università; in Germania le scuole apriranno il 4 maggio, a partire dalle ultime classi (i kindergarten sono rimasti aperti, ndr.), mentre in Francia il D-day dovrebbe essere l’11 maggio. In Austria le aule sono rimaste sempre aperte per i figli dei genitori che svolgono lavori essenziali, e riapriranno per tutti a maggio.
L’Italia, quindi, insieme all’Irlanda, sceglie la linea della prudenza, peraltro sollecitata dalla comunità scientifica.
«Personalmente penso che si possa fare una riflessione per posporre la riapertura delle scuole al prossimo anno», auspicava nei giorni scorsi il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, intervenendo a “Che tempo che fa” su Rai2.
Vacanze estive e promossi sì, ma anche con il 5
Sfuma l’ipotesi di tenere aperte le scuole in estate perché, di fatto, «la scuola ha chiuso ma non si è mai fermata» grazie alla didattica a distanza.
Per quanto riguarda le bocciature, invece, nel decreto il Governo ha scritto che che gli studenti dovranno essere tutti promossi: questo ha acceso un dibattito sul 6 politico con una scia di polemiche che ha investito anche – e non è una novità – della politica.
Il ministro rassicura: «Se lo studente merita 8 avrà 8, se merita 5 avrà 5. Alla fine tutti avranno un voto» e «chi risulta insufficiente recupererà il prossimo anno con attività individualizzate», che si terranno «le prime settimane» di settembre.
Uno spiraglio per la maturità
Sempre nei giorni scorsi si era parlato di una maturità ultra-light, con una sola prova orale da svolgere e a distanza, nel caso in cui le scuole non aprissero entro il 18 maggio.
Azzolina lascia ancora aperto uno spiraglio: «Ricevo lettere di studenti che mi chiedono un esame in presenza: sarebbe auspicabile, vedremo se si potrà», ma boccia categoricamente «l’ipotesi mista», cioè studenti a scuola e professori a casa.
La scuola che verrà
Difficilmente la scuola italiana del futuro sarà come quella che abbiamo imparato a conoscere in questi anni. La didattica a distanza rappresenta una sfida (vinta) sul piano dell’innovazione, ma anche culturale: un cambio di mentalità epocale che fino alla fase pre-virus consideravamo fantascientifico.
A delineare il nuovo corso sarà la commissione presieduta dall’ex assessore alla scuola dell’Emilia Romagna, Patrizio Bianchi.
«Lavoriamo per la riapertura ma anche per la scuola che dovrà nascere da questa emergenza. Serve un grande progetto di innovazione».
Il ministro non esclude l’ipotesi che a settembre si possa proseguire con le lezioni a casa alternate a quelle in classe. Nel caso, «ci faremo trovare pronti»