Shōzō Shimamoto e action painting a Foligno

La mostra è una suggestiva retrospettiva del Maestro giapponese: dalle prime opere con il gruppo Gutai alle esplosioni di colore dei lavori realizzati in Italia

0
635
Shozo Shimamoto
La mostra di Shimamoto è prorogata fino all'1 maggio

Il successo di presenze e l’apprezzamento del pubblico siglano la proroga della mostra al Centro italiano arte contemporanea di Foligno. La retrospettiva “Shōzō Shimamoto. Grandi opere” in programma fino al 9 gennaio, sarà quindi visitabile fino a domenica 1 maggio. L’esposizione ha registrato già oltre 2.000 visitatori e è scenario anche di eventi collaterali e attività per famiglie.


Kanō Hōgai e lo stile artistico nipponico Nihonga


Chi è Shōzō Shimamoto?

Nasce ad Osaka, in Giappone, nel 1928. Co-fondatore del gruppo Gutai con Jiro Yoshihara, Shimamoto è uno degli artisti più sperimentatori del secondo dopoguerra. Partecipa quindi al primo movimento artistico radicale giapponese che si sviluppa dagli anni ’50 con l’intento di rinnovare la tradizione del Sol Levante. L’opera non è più un supporto, ma diviene trasposizione fisica dei gesti del creativo che, come nell’action painting, fa del lavoro un’azione. Shimamoto avverte l’esigenza di nuovi segni espressivi che trova nel gesto e nella materia. Gli Ana, risalenti agli anni ‘40, consistono in fogli di carta, coperti da uno strato bianco di colore, sui quali crea dei buchi. La prima apparizione ufficiale del gruppo risale al 1955 nella pineta della città di Ashiya. Shōzō realizza una lamiera dipinta da un lato bianco e dall’altro blu che, frammentata in piccoli buchi, crea al buio l’effetto di un cielo stellato con una lampada.

Azioni performative condivise col pubblico

Prego, camminate qui sopra” del 1956 è una passerella di legno montata su un sistema di molle. Il fruitore sperimenta così attivamente la precarietà del camminare esistenziale. In “Cannon Work” l’artista spara il colore sulla tela con un piccolo cannone. Un’opera che costituisce l’inizio del percorso di liberazione dell’espressività della materia. Da lì a poco Shimamoto sviluppa la tecnica del bottle crash che consiste nel lanciare bottiglie piene di colore sulla tela. La creazione è il risultato di un processo di relazione tra gesto e materia, tra azione e colore, il cui leitmotiv è la casualità. Il talento è interprete di un’azione performativa condivisa col pubblico. Nel 1957 partecipa alla prima esposizione “Arte Gutai sulla scena” a Osaka, con i suoi lavori video e sonori. Sono anni in cui tiene mostre anche fuori dal Giappone, allo Stedelijk Museum di Amsterdam e al Musée Cantonal des Beaux Arts di Losanna.

Mail art

Nel 1972, con la morte di Yoshihara, il Gruppo Gutai si scioglie e Shimamoto s’interessa alla Mail Art. Quindi invia lettere, cartoline, buste innalzati al grado d’arte da manipolazioni ad hoc e recapitati a uno o a più destinatari tramite posta. Ne sviluppa una concezione personale: la sua testa rasata diviene il mezzo su cui scrivere e dipingere. Nel 1987 riceve l’invito del Museo di Dallas a celebrare il centenario della nascita di Duchamp. Proietta così messaggi di pace e spezzoni di film sulla sua testa.

Artista rappresentativo del dopoguerra

Negli anni Novanta recupera la tecnica del Bottle Crash e realizza una serie di performance in America e Europa. Nel 1998 è scelto tra i quattro più grandi artisti del dopoguerra con Jackson Pollock, John Cage e Lucio Fontana per un’esposizione al MOCA di Los Angeles. L’anno successivo partecipa alla 48a Biennale di Venezia con David Bowie e Yoko Ono. Nel 2004 realizza una performance in elicottero come anticipazione dell’evento veneziano del 2005. Nel maggio 2006 la Fondazione Morra di Napoli ospita una sua antologica “Shozo Shimamoto. Opere anni ’50-’90”. Inaugura una performance in Piazza Dante, in cui lancia sfere piene di colori su una tela, sollevato dal braccio di una gru e accompagnato al pianoforte da Charlemagne Palestine. Muore ad Osaka nel 2013.

La retrospettiva a Foligno

Il suggestivo percorso al CIAC, curato da Italo Tomassoni, presenta la produzione del Maestro giapponese. Sono in mostra le prime opere col gruppo Gutai e le esplosioni di colore dei lavori realizzati in Italia. La retrospettiva, progetto espositivo della Fondazione Morra di Napoli è voluto e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. Un evento che intende evidenziare la grandezza della superficie pittorica su cui l’artista ha sempre agito. Rende quindi la dimensione dell’opera elemento che non ne costituisce la totale pienezza, ma confine da superare. Shimamoto è a favore di una sempre più ampia visione della dirompente materialità. Nell’opera dell’artista giapponese la dimensione è considerata un punto di vista altro. L’opera si compone a una distanza tale che tra cielo e terra il suo gesto artistico trova una connessione che va oltre il tempo e lo spazio.

Prorogata la mostra di Shōzō Shimamoto

Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Umberto Nazzareno Tonti, commenta l’evento. “Siamo molto soddisfatti dell’andamento della mostra, un successo importante per il polo museale CIAC. Frutto della preziosa sinergia con la Fondazione Morra che ringraziamo per aver rinnovato la disponibilità a estendere il prestito. Riscontriamo la presenza di un pubblico variegato di ogni età e proveniente da tutta Italia. Un interesse che abbiamo potuto apprezzare anche a livello di comunicazione con tante riviste di settore. I quotidiani hanno dedicato ampie recensioni alla mostra e al progetto culturale. La proroga ci permetterà di presentare il catalogo di mostra in via di definizione”. I visitatori hanno partecipato anche agli eventi collaterali alla mostra. In particolare, hanno apprezzato i focus di approfondimento e i percorsi didattici per bambini. Seguito anche il concerto “Il tempo del sogno. L’altro Novecento tra cinema e opera lirica” con musiche di Umbria Ensemble.

Immagine da cartella stampa.