martedì, Marzo 19, 2024

Sharon Tate: la storia vera dell’attrice assassinata da Manson

Il nuovo film di Quentin Tarantino “C’era Una Volta A Hollywood” è attualmente nelle sale, e nel mix fra personaggi fittizi e persone storicamente esistite che possiamo ammirare sullo schermo ce n’è in particolare una che merita un certo grado di approfondimento: l’eterea Sharon Tate.

Interpretata nel film da una bravissima ed incantevole Margot Robbie, Sharon Tate non era soltanto la moglie di Roman Polanski: si trattava infatti di un’attrice nel fiore della sua carriera, che iniziava a diventare molto nota ed apprezzata da pubblico e critica quando la follia di Charles Manson e della sua Family la strappo via da questo mondo. COME POTRETE COMPRENDERE MEGLIO QUI, la storia narrata nell’ultima parte del film è molto diversa da come andarono davvero le cose: per questo abbiamo deciso di ripercorrere qui la vita di un talento che ci è stato strappato via con una violenza inaudita e che avrebbe potuto dare davvero molto al mondo del cinema.

Biografia di Sharon Tate: infanzia e primi passi nel mondo dello spettacolo

Figlia del militare Paul James Tate e di Doris Gwendolyn Willett e sorella di Debra Tate e Patti Tate, Sharon trascorre la sua infanzia in USA ma cambia spesso città per via del lavoro del padre. Inizia a farsi notare già da bambina per la sua immensa bellezza, vincendo il premio “Miss Tiny Tot of Dallas Pageant” a soli sei anni: si tratta solo della prima competizione di bellezza da lei vinta, preludio di molte altri che arriveranno quando avrà qualche anno in più. Qualche anno più tardi, Sharon e la sua famiglia di trasferiscono in Italia, a Verona: proprio durante il periodo italiano Sharon posa per la prima volta come modella, e le sue foto finiscono nella rivista per militari “Stars and Stripes”.

Il 1961 segna il debutto ufficiale di Sharon Tate davanti alla macchina da presa: l’attrice fa da comparsa in “Le Avventure di Un Giovane”, e fu notata in quell’occasione dall’attore Richard Baymer, che la spronò a fare apparizioni in programmi televisivi e non solo. Eseguita un’altra apparizione nel film “Barabba”, Sharon fu notata dall’attore di Jack Palance per la sua presenza scenica ed il suo carisma: un provino da lui organizzato non andò a buon fine, e così Sharon tornò in America per poi provare ad arrivare ad Hollywood passando prima per la televisione.

Stabilitasi a Los Angeles, Sharon Tate iniziò a lavorare con l’agente Richard Beymer, grazie al quale firmò un contratto di sei anni con la compagnia di produzione “Filmways”: in questo modo, l’attrice emergente ottiene ruoli nelle serie TV “Mister Ed, il mulo parlante“, “Organizzazione U.N.C.L.E” e “The Beverly Hillbillies“. La televisione le dona una visibilità immensa, e così Sharon riesce finalmente ad approdare nel mondo del cinema.

La carriera cinematografica di Sharon ed il matrimonio con Roman Polanski

Sharon Tate vittima di Charles Manson nonchè moglie di Polanski, era incinta di 8 mesi.

Dopo essere apparsa come comparsa non accreditata in altri tre film, Sharon interpreta la sua prima parte rilevante nel film horror “Cerimonia Per Un Delitto”. La sua performance è molto apprezzata, e le spalancherà le porte per il passo successivo, origine del suo successo mediatico ma anche primo step verso un terribile epilogo che nessuno si sarebbe mai apprezzato: Sharon Tate è scritturata per un altro film “quasi horror”, la commedia nera “Per Favore Non Mordermi Sul Collo”: il regista del film è Roman Polanski. L’opera non ottiene un successo clamoroso, ma sarà importante per motivi che vanno al di là della sola arte.

Tra i due nasce infatti una forte intesa: Sharon rompe il precedente fidanzamento per fidanzarsi e poi sposarsi con il regista, anche se successivamente il suo ex fidanzato sarà un grande amico della coppia. Sono anni molto floridi per la coppia: Roman vorrebbe far partecipare Sharon al suo nuovo film, il capolavoro horror “Rosemary’s Baby”, ma la casa di produzione preferisce Mia Farrow e così Sharon ha modo di farsi notare in opere che non siano di suo marito: una fattore che si rivelerà importante affinché l’attrice possa dimostrare di non essere soltanto una bellona senza talento graziata da un marito importante. Nel frattempo, com’è noto, “Rosemary’s Baby” diviene uno dei film di maggior successo del Novecento.

Sharon recita quindi nella commedia “Piano, Piano Non T’agitare”: il ruolo le vale critiche estremamente positive ed una forte notorietà, motivo per il quale subito dopo otterrà un altro ruolo importante nel film drammatico “La Casa Delle Bambole”, opera dal successo molto forte che permette a Sharon di dare una prova definitiva delle sue capacità. Quest’ultimo lavoro le vale addirittura una nomination ai Golden Globe come “Attrice Rivelazione dell’anno”. Seguono altri due film, entrambi pubblicati nel 1969: “Missione Compiuta Stop. Bacioni Matt Helm” e “Una Su 13”: peccato che questo secondo film sia stato pubblicato in maniera postuma.

La morte di Sharon Tate: eccidio di Cielo Drive

Nel momento più felice della loro vita coniugale, Roman e Sharon concepiscono un bambino. Sharon porta avanti la gravidanza mentre ultima le riprese di “Una Su 13” e Roman è via di casa per girare il film “Il Giorno Del Delfino”, che per ovvie ragioni non uscirà fino al 1973. La villa della coppia è, tuttavia, presa di mira da un pericolosissimo pazzo di cui ancora nessuno sa nulla: Charles Manson.

Charles è un uomo che insegue fama e gloria come unico obiettivo, e giacché non è riuscito a raggiungerle attraverso il mondo dello spettacolo (avrebbe voluto essere un cantante di successo, ma aveva fallito) sta utilizzando il suo carisma per creare attorno a sé una setta di gregari che seguano ciecamente i suoi ordini: The Family.

La coppia Polanski-Tateha purtroppo compiuto un errore inconsapevole: scegliere di vivere nella villa un tempo appartenuta a Terry, amico di Charles che avrebbe dovuto metterlo in contatto con gli agenti che contano per garantirgli la fama. Questo, unito alla consapevolezza che uccidere Roman e Sharon gli avrebbe permesso di raggiungere una fama eterna, porta Charles ad ordinare ai suoi seguaci di irrompere nella casa ed uccidere chiunque vi sia all’interno.

Roman era via per ragioni di lavoro e Sharon, in realtà, avrebbe dovuto passare la notte da una sorella: la donna tuttavia preferì recarsi al suo ristorante preferito, El Coyote, per invitare a casa tre suoi amici. Tutti e quattro furono dunque colti alla sprovvista dai membri della Family, che come da copione irruppero in casa e gli uccisero senza pietà; leggenda narra che Sharon Tate abbia implorato loro di lasciarle quantomeno partorire il bambino e di ucciderla dopo, ma gli invasati non vollero sentire ragione: tutti in quella casa furono assassinati in maniera estremamente crudele, con numerose coltellate. I corpi saranno scoperti il giorno dopo dalla cameriera Winifred Chapman: il cadavere di Sharon giaceva legato ad un altro con una corda che li univa per il collo.

Un sopravvissuto, in realtà, ci fu: un custode che viveva in una depandance non immediatamente visibile dalla casa; per questo né lui si accorse di cosa stava accadendo né i criminali si accorsero di lui. Occorreranno dunque mesi per collegare definitivamente quell’omicidio (ed altri che avverranno in quel limitato lasso di tempo) a Manson ed alla sua Family: l’orrore continuerà a consumare l’America ed il mondo intero per mesi, shockando tutti sia per la ferocia con cui era stato consumato che per il modo terribile con cui un grande talento e cinque giovani vite (una ancora del tutto in potenza) fossero state strappate via.

Il futuro rubato a Sharon Tate ed a suo figlio

Sharon Tate avrebbe oggi 76 anni: avrebbe potuto essere una delle più grandi leggende del cinema, o forse solo una meteora, chi può dirlo. Nessuno saprà mai quanto grande fosse davvero il suo talento, se avrebbe saputo mantenersi a galla in mondo del cinema destinato a mutare profondamente, se l’unione sentimentale fra lei e Roman avrebbe permesso di generare dei grandi capolavori. Nessuno saprà mai se anche il figlio che portava in grembo avrebbe potuto essere un grande in un qualsiasi campo, o semplicemente una persona comune; nessuno saprà mai quali caratteristiche avrebbe avuto la produzione di Roman Polanski se questa tragedia non fosse mai avvenuta, né se sarebbe comunque stata altrettanto importante: ogni possibile interrogativo su un futuro che non c’è stato è stato spazzato via con ferocia, il che è forse il dato più terribile di questa sporca storia.

Umberto Antonio Olivo
Umberto Antonio Olivo
Nato nel segno della musica, ho sempre scritto principalmente di pop e R&B. Col periodico mi sono scoperto in grado di scrivere anche di cinema, attualità, scienza, politica e svariati altri argomenti. Spero di potervi soddisfare con ogni tipologia di articolo possibile!

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