I manifestanti invadono la capitale della Serbia, Belgrado. Le proteste contro il governo serbo sono iniziate dopo che lo scorso novembre è caduta una pensilina alla stazione ferroviaria di Novi Sad, causando 15 morti.
Serbia: i manifestanti invadono la capitale
Proteste di massa in Serbia. Dimostranti provenienti da tutta le Serbia hanno marciato a Belgrado, mentre il governo, guidato dal presidente Aleksander Vucic, lotta per arginare l’indignazione che dura da mesi per la caduta di una pensilina alla stazione ferroviaria di Novi Sad che ha causato la morte di 15 persone. Si sono svolti raduni in più luoghi della capitale serba. Contadini, motociclisti, veterani militari e altri gruppi si sono uniti alle dimostrazioni, con le vie di accesso ai siti chiave intasate da grandi folle.
La marcia del sabato è vista come il culmine di un movimento di protesta durato mesi e capeggiato dagli studenti serbi. I dimostranti chiedono che venga accertata la responsabilità per la morte di 15 persone a Novi Sad. La stazione ferroviaria era stata recentemente ristrutturata in circostanze poco chiare, con il coinvolgimento di aziende e attività commerciali cinesi con presunti legami con il Partito Progressista al governo (SNS). Inizialmente i funzionari serbi hanno affermato che non erano stati effettuati lavori sulla pensilina, ma in seguito hanno ammesso che anche questa parte dell’edificio era stata modificata durante i lavori di ricostruzione.
I manifestanti accusano il governo di aver nascosto documenti chiave legati allo sforzo di ristrutturazione. Il governo insiste sul fatto che tutti i documenti necessari sono già stati resi pubblici. Il movimento ha anche raccolto una serie di denunce contro Vucic e il suo governo, tra cui accuse di corruzione diffusa, nepotismo, cattiva gestione delle risorse naturali, frode elettorale, controllo dei media e risposte confuse a precedenti incidenti mortali legati a funzionari governativi.
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