Il 27 marzo ha chiuso i battenti la Seoul Fashion Week 2021 che, per motivi di sicurezza legati all’emergenza coronavirus, si è tenuta in una versione completamente digitale. L’ultimo appuntamento si è svolto presso il Museo Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea (MMCA). La particolarità dell’evento di quest’anno riguarda la scelta delle varie aziende di moda di abbandonare le tradizionali sedi delle sfilate, prefendo alcuni luoghi iconici della cultura sudcoreana. Inoltre è stata avviata una stretta collaborazione con alcune società di produzione per realizzare degli spettacoli online accattivanti e interessanti agli occhi del pubblico.
L’MMCA è stato teatro delle sfilate di PartsParts e Beyond Closet che, per l’occasione, hanno proposto le rispettive modelle con i cappellini tipici della laurea e giacche rattoppate con le bandierine del college. Il Museo Nazionale della Corea non è stato da meno, avendo ospitato grandi nomi come Hanacha Studio e il brand di abbigliamento maschile Sling Stone. BydBy invece ha preferito l’Oil Tank Culture Park per proporre la sua collezione streetwear alla Seoul Fashion Week 2021.
Seoul Fashion Week 2021: i brand più piccoli sono ancora in difficoltà
La scelta di abbinare la moda alle principali istituzionali culturali sudcoreane durante la Seoul Fashion Week 2021 è stata vincente. Gli organizzatori hanno riportato che le varie sfilate in streaming hanno ottenuto in totale 2,5 milioni di visualizzazioni. Sono state 43 le aziende che hanno presentato le loro collezioni, e tra queste 26 erano famose in tutto il mondo, mentre le altre 17 erano emergenti.
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La Corea del Sud non ha risentito eccessivamente della crisi economica scatenata dalla pandemia di Covid-19. Tuttavia, le limitazioni ai contatti fisici e lo stop al turismo stanno creando dei problemi soprattutto alle realtà più piccole. Il regista Jeon Mi-kyung ha infatti affermato che, nonostante il supporto delle sfilate digitali: “La loro flessione aziendale è una realtà innegabile”.
Ha poi continuato sottolineando che ci sono alcune imprese come Pushbutton che stanno riuscendo a ritagliarsi uno spazio importante sul mercato cinese, ma la stragrande maggioranza purtroppo è ancora in affanno: “E alcuni hanno bisogno di tempo per acquisire familiarità con questa nuova piattaforma”.
