Un mini corso e da subito la possibilità di farvi «interpretare» da un esperto mandando un vostro manoscritto.
La grafologia è una scienza? Attraverso la nostra grafia possiamo scoprire qualcosa di noi? Legittimamente scettici? Seguitemi se volete una risposta a queste domande.
La grafologia è una scienza con caratterizzazioni culturali vaste che abbraccia molti Paesi e molti secoli da quando è stata scoperta.
La teoria: il simbolo scritto è un mezzo che permette di individuare alcune caratteristiche della personalità eanche alcune potenzialità innate. Si tratta di una tecnica che risente molto dell’influsso dell’ambiente, pertanto l’esame di un manoscritto deve tener conto dell’ambiente familiare, sociale e culturale.
Un esempio: se in una grafia si legge del potenziale artistico, ma lo scrivente vive in un Paese che non dà risalto a creatività e libertà individuale, sarà difficile che quel potenziale verrà portato alla ribalta. E il contrasto potrebbe addirittura manifestarsi sotto forma di problemi psicosomatici.
L’approccio ti sembra ancora troppo teorico? Vuoi sapere se la tua amica è sincera? Osserva come traccia le lettere o, a, g.
Sei sicura/o che il tuo partner sia compatibile con te? Esamina le lettere g, t, f.
Non sai come andare d’accordo con una tua collega? La soluzione potrebbe essere negli gli spazi tra le lettere e le parole. Non sai che scelta lavorativa affrontare ? Osserva con attenzione la parte alta delle lettere. Man mano vi spiegherò come fare, in un mini corso che parte oggi.
Che cosa scarabocchi quando sei al telefono oppure quando mentre guardi la tv? E a margine di un foglio durante una riunione? Sono tutte piccole tracce di te, oppure dei tuoi amici, dentro cui potresti trovare risposte interessanti.
Che fare ora? Inviatemi i vostri manoscritti scannerizzati (300 dpi) con una o due domande circa quello che volete sapere alla mia email: [email protected], oggetto: grafologia. Parleremo qui. Con anonimato garantito, ovviamente, per chi lo chiede.
(Gianluca Alberghini già collaboratore di “Vanity fair” on line.)