Lo scontro Bruxelles-U.K. sembra non aver fine, e i leader europei avvertono Boris Johnson che deve mantenere i patti. “Ci si aspettiamo che mantenga i termini del suo accordo sulla Brexit”, indubbiamente parole forti che mettono una bandierina rossa sui rapporti commerciali.
Scontro Bruxelles-U.K è solo una questione economica?
Sicuramente i mercati hanno un grosso peso su questa faccenda ma è altrettanto vero, che tutto quello che Bruxelles sta buttando nel calderone sa un po’ di ripicca. La Gran Bretagna è accusata di giocare con gli accordi speciali. I leader dell’UE dicono: “Le relazioni con il Regno Unito dovrebbero rimanere reciprocamente vantaggiose e non possono in nessun caso minare l’integrità del mercato unico, l’Unione doganale o l’autonomia decisionale dell’UE“. Più chiaro di così si muore. Si comunica senza mezzi termini che, anche se fuori dall’Europa, Bruxelles vuole fare i conti con i mercati britannici. Il problema è che lo scontro Bruxelles-U.K diventa più velenoso del previsto, perché Johnson deve fare i conti anche con la questione Irlanda del Nord, ormai pianto antico per U.K.
Brexit: caos nel Regno Unito per i cittadini dell’UE
Ma dove sta il dispetto?
Il Primo Ministro Johnson vuole tentare di eliminare i controlli commerciali nel Mare d’Irlanda introdotti dalla Brexit del 2019. Secondo i termini dell’accordo, per evitare una vera barricata tra i mercati europei e quelli britannici, l’Irlanda del Nord deve rimanere essenzialmente all’interno del mercato unico dell’UE. Questo deve avvenire con una serie di controlli doganali sulle merci spedite dal resto della Gran Bretagna. Gli accordi sono anche causa di una recente ondata di violenza nelle regioni, con le comunità lealiste che temono che il loro posto nel Regno Unito venga minato. Il ministro della Brexit Lord Frost ha lavorato con i suoi omologhi dell’UE per ridurre gli attriti causati dal protocollo dell’Irlanda del Nord. Se non è un dispetto questo.
