martedì, Aprile 16, 2024

Sartre: il filosofo tra esistenzialismo e libertà

«All’inizio, l’uomo esiste, si alza e compare sulla scena, solo in seguito definisce se stesso», parole di uno dei più famosi tra gli scrittori, filosofi e critici francesi: Jean-Paul Sartre. Ricordiamo oggi, nell’anniversario della sua morte avvenuta il 15 aprile 1980, l’uomo che meglio rappresentò l’esistenzialismo ma anche colui che rifiutò il Premio Nobel vinto nel 1964.

Qual era la filosofia di Sartre?

L’esistenzialismo, in Sartre, prende la ramificazione di esistenzialismo ateo. I fondamenti sono certamente marxisti ma coinvolgono anche personaggi come Lucrezio, Schopenhauer, Nietzsche, Leopardi. Sartre stesso approccerà poi al marxismo, alla filosofia della prassi e, infine, al materialismo storico. Nella sua opera L’essere e il nulla, pubblicata nel 1943, egli descrive l’uomo come libero, che precede l’essenza e sostiene il libero arbitrio. «L’uomo è condannato a essere libero» e, a causa di ciò, obbligato a una ricerca quasi ossessiva di questa libertà e del suo significato.

Il pessimismo

La  prima fase del suo esistenzialismo è caratterizzato da un forte pessimismo. Dal punto di vista letterario, per questa corrente, resta fondamentale La nausea di Sartre accanto a Lo straniero di Albert Camus. La vita è concepita qui come priva di un vero e proprio senso soprattutto rispetto alla natura, nemica brutale. Il dualismo è visibile tra il “Per Sé”, ossia la coscienza che è possibilità e l’“essere”, statico e impossibilitato. La realtà, quindi, non ci fornisce un vero significato a cui tendere ma è la coscienza dell’uomo a doverglielo fornire.

I grandi rifiuti di Sartre

Nel 1945, Sartre rifiutò una delle più alte onorificenze conferite dallo Stato francese: la Legion d’onore. A questa preferì la cattedra presso il l Collège de France. Ancora più scalpore fece il “grande rifiuto” del 1964: il Premio Nobel per la letteratura. Egli sosteneva, infatti, che il vero contributo di un letterato si potesse verificare solo in seguito alla sua morte. Le sue opere restano per noi di fondamentale importanza per comprendere uno dei pensieri più criptici dell’esistenzialismo.

Silvia Sini
Silvia Sini
Neo-laureata in Editoria e Scrittura, clowndottore, capo scout.

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