venerdì, Aprile 19, 2024

Santa Lucia: dalle tradizioni alle ricette del 13 dicembre

Santa Lucia si celebra il 13 dicembre in molte località italiane e in altri Paesi. È anche la patrona della città di Siracusa (Sicilia). Secondo la tradizionale, in questo giorno si preparano le “arancine” e i dolci “le gatte di Santa Lucia”. Ecco le ricette!

Santa Lucia: perché viene festeggiata?

Santa Lucia, la martire che in questa data nell’anno 304 d. C. morì a seguito delle persecuzioni di Diocleziano. Questa giornata è molto sentita in diversi paesi dell’Italia settentrionale, come nelle zona di Bergamo e Brescia, dove i bambini aspettano già i primi doni di Natale portati proprio dalla Santa.


Nei Paesi del Nord Europa

Tra i quali Russia, Polonia, Finlandia e Danimarca. In Svezia, ad esempio, una ragazza viene fatta vestire di bianco, con in testa una corona di candele accese, e viene portata in processione con altre ragazze vestite di bianco e uomini vestiti da elfi, donando dolci ai passanti. E questa tradizione dello scambio di dolci e regali. La sera del 12 dicembre i bambini, soprattutto nelle zone del nord Italia tra Bergamo e Brescia, preparano dell’acqua e dei biscotti per Lucia e del fieno (e una carota) per l’asinello con il quale la santa si sposta per consegnare i doni.

Santa Lucia arriva nel giorno più corto dell’anno

Dopo il quale le giornate iniziano ad allungarsi e la luce, legata proprio all’iconografia della Santa, aumenterà. Da qui arriva anche il detto “santa Lucia il giorno più corto che ci sia”. La santa è spesso rappresentata con gli occhi in mano o poggiati su un vassoio: questo probabilmente si deve al suo nome, che deriva dal latino lux, «luce». Lucia è considerata la protettrice della vista, degli occhi e degli oculisti. Si narra che le furono strappati gli occhi o addirittura che lei stessa se li fosse strappati per non cedere alle lusinghe del peccato.

Come si diffuse il culto di Santa Lucia

La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Come ricorda il Messale Romano è una delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Vissuta a Siracusa, è morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano (intorno all’anno 304). Gli atti del suo martirio raccontano di torture atroci inflittele dal prefetto Pascasio, che non voleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando. Proprio nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata ritrovata un’epigrafe marmorea del IV secolo che è la testimonianza più antica del culto di Lucia. Una devozione diffusasi molto rapidamente: già nel 384 sant’Orso le dedicava una chiesa a Ravenna, papa Onorio I poco dopo un’altra a Roma. Oggi in tutto il mondo si trovano reliquie di Lucia e opere d’arte a lei ispirate.

Dagli occhi di Santa Lucia alle arancine

La santa della luce viene celebrata anche in certe zone d’Italia: in Puglia è tradizione fare gli occhi di Santa Lucia, piccoli taralli al vino ricoperti di una glassa allo zucchero. In Sicilia, a Palermo, Santa Lucia è il giorno delle arancine. La tradizione popolare impone che, per devozione, non si debbano mangiare per tutta la giornata né pane né pasta. Tutti i panifici della città sono chiusi e a predominare sono le friggitorie. Sempre a Palermo, ma anche a Siracusa, il 13 dicembre e prevalentemente tra le mura domestiche, si usa gustare la cuccìa, un antico dolce a base di grano bollito con crema di ricotta.

Lussekatter: dolci svedesi noti anche come Gatti di Santa Lucia

Si preparano infatti il 13 dicembre e hanno un’inconfondibile forma che ricorda un po’ una S, ma anche la coda arrotolata, appunto, di un gatto. Sono morbidi, di colore giallo e molto profumati perchè preparati con un pizzico di zafferano nell’impasto.

Storia dei Lussekatter

La loro storia è antica è affascinante e intreccia i rituali pagani ai culti cristiani. La parola Lussekatter rimanda al nome della Santa protettrice della vista e portatrice di luce, che viene celebrata tradizionalmente il 13 dicembre, che tra l’altro pare essere anche il giorno più buio dell’anno. Si dice quindi che proprio per la mancanza di luce sia stato aggiunto simbolicamente a questi biscotti lo zafferano per renderli luminosi come piccole fiammelle.
Un’altra leggenda, invece, attribuisce l’etimologia del nome a Lucifero e ai gatti. Secondo una credenza popolare tedesca, infatti, il diavolo con sembianze di un gatto spaventava i bambini e Gesù li proteggeva donando loro dolcetti che con il loro particolare colore luminoso avrebbero allontanato Lucifero. In Svezia il culto di Santa Lucia è molto diffuso fin dal XVII secolo e ogni anno in questa occasione le bambine indossano un copricapo decorato con le candele e distribuiscono doni e dolci natalizi.

Santa Lucia: patrona della Sicilia e della Svezia

La ricetta dei Lussekatter

L’impasto dei Lussekatter è una semplice pasta lievitata, con burro e latte e senza uova. È aromatizzata con lo zafferano per ottenere il tradizionale colore giallo.Prepararla è molto semplice. Fondete 180 g di burro con 250 ml di latte e una bustina di zafferano. Versate tutto in una terrina dove avrete precedentemente sbriciolato 10 g lievito di birra fresco. Aggiungete all’impasto 80 g di zucchero di canna, un pizzico di sale e 500 g di farina 00. Lasciate lievitare per circa 40 minuti e poi dividetelo realizzando circa 20 serpentelli che arrotolerete come una S. Decorate il centro delle due spirali all’estremità della S con dell’uvetta sultanina ammorbidita nel brandy e lasciate lievitare ancora per un’oretta su una teglia foderata con carta forno. Poi spennellate con il tuorlo di un uovo la superficie dei Lussekatter e infornate a 200° per circa 20 minuti. Si conservano anche per 5 giorni, ben coperti e lontani da fonti di calore.

La ricetta delle Arancine per Santa Lucia

Ogni giorno è buono per mangiare l’arancina siciliana, ma il 13 dicembre è speciale perché a Santa Lucia se ne consumano milioni a Palermo. Sono quei riti gastronomici che il Sud ancora conserva, e meno male. Ecco allora la ricetta nella versione palermitana.

Ingredienti per 25 persone

Per il riso:  1 Kg riso, lt. 2,5 di acqua, gr 100 burro, g.30 di sale, 2 bustine di zafferano.
Per il ragù: 1 cipolla, 1 carota, 1 gambo di sedano, 2 foglie d’alloro, un pizzico di chiodi di garofano in polvere, gr250 tritato suino, gr.250 tritato bovino, mezzo bicchiere di vino bianco, 2 cucchiai di concentrato di pomodoro, 200 gr di piselli, sale e pepe q.b., gr.250 di caciocavallo grattugiato.. Ecco la preparazione:

Per il riso

Mettere gli ingredienti in una grande pentola antiaderente, partendo da freddo e lasciare cuocere, a fuoco medio e senza mai mescolare, fintanto che il riso non avrà assorbito tutta l’acqua. Rovesciare il contenuto della pentola in una teglia (placca) o altro largo contenitore per farlo raffreddare.

Il ragù

In un tegame largo mettere la cipolla la carota e il gambo di sedano tritati finemente con un filo d’olio. Fare andare a fuoco lento dopo qualche minuto versare la carne suina e la carne bovina e farla rosolare. Quando la carne sarà rosolata, alzare la fiamma, sfumare col vino bianco e fare evaporare, aggiungere l’alloro e la polvere dei chiodi di garofano quindi i piselli ed il concentrato di pomodoro sciolto in un bicchiere d’acqua tiepida. Aggiungere altri due bicchieri d’acqua aggiustare di sale e di pepe e fare cuocere a fuoco lento per circa un ora e mezza. Finita la cottura fare raffreddare togliere le foglie d’alloro e quando tutto sarà tiepido aggiungere il caciocavallo mescolando.

Assemblaggio

Prendiamo sul palmo della mano una manciata di riso e formiamo una palla, grande quanto un’arancia, apriamo poi questa palla appena formata e la riempiamo con la polpetta del ragù. Chiudiamo a questo punto l’arancina compattandolo bene,per fare questa operazione è meglio tenere le mani ben umide.

Cottura

L’arancino così formato va poi passato in una pastella leggera, detta lega. Fatta da acqua e farina, piuttosto liquida e poi nel pangrattato. Siamo così pronti per la frittura ,che va fatta usando un tegame con abbondante olio di semi. Appena l’olio sarà ben caldo immergervi un o più arancine in modo che vengano completamente sommerse dall’olio. Farle imbiondire ed appena avranno assunto quel bel colore dorato tirarlefuori e farle intiepidire su della carta assorbente.

Claudia Cornacchini
Claudia Cornacchini
Claudia Cornacchini è redattrice presso periodicodaily, dove scrive di attualità, cultura, salute, nutrizione, tra le altre cose. Ha conseguito un diploma di maestra d'arte ed è naturopata certificata.

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisement -spot_img

Latest Articles