Il monologo della giovane attrice Lorena Cesarini a Sanremo 2022 sul razzismo ha suscitato applausi ma anche critiche. Nata a Dakar da madre senegalese e padre italiano, Cesarini fa un monologo sul razzismo e la discriminazione subita in Italia.
Sanremo 2022: Lorena Cesarini parla di razzismo e discriminazione
Nata a Dakar da madre senegalese e padre italiano, è cresciuta a Roma ed è italiana. È l’attrice Lorena Cesarini voluta da Amadeus sul palco dell’Ariston nella seconda serata del Festival di Sanremo 2022. Cesarini sale sul palco e inizia un monologo sul razzismo e la discriminazione subita in Italia. “Ho scoperto che per molti resto nera”, ha detto la giovane attrice che, per parlare di razzismo, tra le lacrime, si affida alle parole di Tahar Ben Jelloun e “il razzismo spiegato a mia figlia”.
Dopo il monologo, sui social è diventato virale l’hashtag #LorenaCesarini, ma non tutti i commenti sono positivi. C’è chi la definisce “sensibile, belle e intelligente”, ma anche chi indirizza commenti negativi sull’abito, sulla sua “magrezza” e su una presunta fragilità per aver pianto sul palco dell’Ariston. Uno dei commenti più duri è di Mario Adinolfi che ha scritto: “A Sanremo l’imbarazzante monologo della Cesarini ha dimostrato che certamente è stata chiamata da Amadeus perché è nera, è il solo motivo. In tutta evidenza non è stata chiamata perché brava, spigliata o simpatica. Il pippotto sul razzismo, letto male, fa rimpiangere la Leotta”.
Il monologo di Lorena Cesarini: cosa ha detto?
“Ho avuto una vita tranquilla, nella vita faccio l’attrice”, ha esordito Cesarini. Poi ha raccontato: “Fino ad oggi, a scuola, sul tram, a lavoro, nessuno aveva mai sentito l’urgenza di dirmi che avessi la pelle nera. E invece, quando Amadeus ha dato la splendida notizia che sarei stata qui, certe persone hanno sentito proprio questa urgenza. Evidentemente per alcuni il mio colore della pelle è un problema. Vi leggo alcune frasi che hanno scritto sui social: ‘Non se lo merita, l’hanno chiamata lì perché nera’, ‘È arrivata l’extracomunitaria’, che brutta parola. ‘Forse l’hanno chiamata per lavare le scale e innaffiare i fiori’, un’altra delle frasi. A parte che lavare le scale è un lavoro come tanti e non ci trovo nulla di svilente, però ovviamente all’inizio un pochino, lo ammetto, ci sono rimasta male perché non c’ero abituata”.
“Poi mi sono anche arrabbiata perché sono fatta così, è il mio carattere, poi mi è passata perché le cose me le lascio scivolare. Ma mi è rimasta dentro una domanda: perché? Perché alcuni sentono la necessità di scrivere certe cose sui social, di pubblicare certi post? E perché c’è chi si indigna per la mia presenza sul palco dell’Ariston? Perché c’è della gente che ha un problema con il mio colore della pelle? Io non sono qui per darvi una lezione, non ne sarei neanche capace. Sono una persona che quando non sa una cosa va subito a informarsi. Amo leggere e informarmi. Come ho fatto ad esempio con l’autore di questo libro qui: lui è Tahar Ben Jelloun, è uno scrittore marocchino”.
L’attrice spiega il libro
Cesarini ha poi spiegato: “Questo libro è stato tradotto in oltre 25 lingue, premiato dalle Nazioni Unite e si intitola ‘Il razzismo spiegato a mia figlia’. Inizia con la figlia che gli ha una domanda: ‘Babbo: che cos’è il razzismo?’ E lui risponde: ‘È un comportamento distribuito in tutte le società tanto da diventare, ahimè, banale. Consiste nel manifestare diffidenza e poi disprezzo per le persone che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre’. Allora la figlia: ‘Quindi anche io potrei essere razzista, se è così diffuso?’. E lui: ‘No, un bambino non nasce con il razzismo nella testa, tutto dipende dall’educazione: nella scuola e a casa. Il razzismo crede che lo straniero appartenga ad una razza inferiore ma ha completamente torto. Il razzismo non ha alcuna base scientifica, esiste un solo genere umano nel quale ci sono uomini, donne, persone di colore, di alta statura, o bassi, con attitudini differenti e varie. Tutti gli uomini e le donne delle pianete hanno nelle vene sangue della stessa tinta, indipendentemente dal colore della pelle, perché un uomo è uguale a un uomo’“.
“A questo punto Mèrième fa un’ultima domanda: ‘Babbo, ma i razzisti possono guarire’? E lui: ‘Ma tu pensi che il razzismo sia una malattia?’. Sì, perché non è normale che un uomo disprezzi un altro uomo per il colore della pelle’. Ed ecco la risposta del papà: ‘La guarigione dipende da loro, se uno si pone delle domande, se dice: ‘Può darsi che io abbia torto di penare come penso’. Perché quando uno riesce ad uscire dalle proprie convinzioni va verso la libertà‘”.
Importante è sapere il “perché ”
La giovane attrice ha concluso affermando: “La cosa più importante, per me, e anche per voi, per chiunque, è avere dei ‘perché’, per andare verso la libertà. La libertà dalle frasi fatte, dai giudizi precostituiti, dagli insulti, dalle tifoserie che insultano, dai giudizi sul tram. Io mi auguro di non perdere mai la curiosità perché è quello che mi rende libera, più matura”.
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