I carabinieri hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di due cittadini bulgari, marito e moglie, accusati di aver costretto alcune loro connazionali a prostituirsi.
I carabinieri di San Severo hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di due cittadini bulgari, marito e moglie, accusati di aver costretto alcune loro connazionali a prostituirsi.
Gli accertamenti, sono scattati dopo che una giovane donna bulgara, costretta a vendere il proprio corpo in strada, con grande coraggio, ha denunciato i propri aguzzini.
Le vittime venivano instradate alla prostituzione con minacce palesi e ricatti. Una delle donne sarebbe stata più volte costretta ad effettuare
aborti, almeno sette, a seguito dei quali la stessa avrebbe avuto gravi complicazioni di tipo ginecologico. Non solo: alle vittime venivano sottratti, sistematicamente, quasi tutti i proventi dell’attività e, spesso, non veniva data loro neanche la possibilità di fruire del pasto.
Le donne erano costrette a stare per strada fino a quando non avessero guadagnato le somme ritenute sufficienti dai loro aguzzini per quella “giornata di lavoro”.
I militari hanno registrato anche diverse conversazioni dalle quali si è compreso, in modo chiaro, che le donne erano state praticamente ridotte in schiavitù e talvolta erano costrette a supplicare i carnefici per ottenere un po’ di legna e pneumatici da bruciare per riscaldarsi.