Quando facciamo la spesa nei supermercati e negli ipermercati, compriamo la frutta e la verdura sfuse e il packaging consiste in un sacchetto sul quale viene posta l’etichetta che indica quantità e prezzo. Dal 1 gennaio 2018 ci sono delle importanti novità in vigore che riguardano questi sacchetti.
Con l’arrivo del nuovo anno i sacchetti utilizzati per imbustare l’ortofrutta, dovranno essere biodegradabili e non più gratis. Il cosiddetto decreto Mezzogiorno (legge 123/2017) è andato in vigore proprio con il primo giorno dell’anno ed indica che le buste non possono essere più gratis. Stando a una stima effettuata dall’Osservatorio di Assobioplastiche, sembra che ogni famiglia dovrà sborsare per la spesa alimentare anche una cifra che va dai 4,17 ai 12,51 euro all’anno. Questa stima viene fuori da un’indicazione di consumo medio di tre sacchetti per ortofrutta a famiglia per ogni spesa (e secondo Gfk-Eurisko ogni famiglia fa spesa 139 volte nella grande distribuzione) e dall’indicazione di un prezzo che va da 1 a massimo 3 centesimi. Più allarmistica la previsione di Adoc che stima un aumento tra i 18 e i 24 euro all’anno visto che ogni famiglia consumerebbe circa 600 sacchetti.
Sono previste multe per i negozianti non in regola, anche abbastanza salate, da un minimo di 2500 a un massimo di 25000 euro.
La legge prevede che il sacchetto sia monouso per questioni igieniche. Pertanto sarà vietato al cliente portare da casa il proprio sacchetto da riutilizzare più volte.
Con l’introduzione del requisito “green”, il decreto ha voluto promuovere un packaging più ecologico. Dopo l’utilizzo del prodotto, l’imballo veniva buttato, invece la legge prevede che i sacchetti dovranno essere biodegradabili – nel rispetto dello standard internazionale UNI EN 13432 – e potranno essere dunque utilizzati, una volta a casa, per la raccolta della frazione organica della raccolta differenziata. Attenzione però alle etichette che dovranno essere rimosse, perchè in carta termica non biodegradabile.