Dopo il colpo di Stato del 1° febbraio, il popolo birmano si trova ad affrontare la continua repressione del dissenso e della democrazia. Secondo i dati riportati dalle organizzazioni locali, durante le manifestazioni sono stati uccisi almeno 870 civili. Inoltre si sono verificati numerosi arresti. Nei giorni scorsi l’Assemblea generale dell’ONU ha approvato una risoluzione che chiede l’embargo delle armi in Myanmar e che la giunta militare ponga fine alla violenza contro i civili. La Russia si è astenuta dal voto. Ora, Russia e Myanmar hanno annunciato che sono pronti a rafforzare i loro legami.
Russia e Myanmar rafforzano i legami?
Il Consiglio di sicurezza russo ha affermato che il leader della giunta birmana e un alto funzionario della sicurezza russa si sono impegnati a rafforzare i legami tra l loro paesi. Il leader birmano Min Aung Hlaing si è recato a Mosca per una conferenza sulla sicurezza internazionale di tre giorni che riunisce funzionari della difesa di tutto il mondo. Il Consiglio di sicurezza russo ha affermato che il suo capo Nikolai Patrushev ha incontrato Min Aung Hlaing. I due hanno discusso della “lotta al terrorismo, delle questioni relative alla sicurezza regionale” e dell’interferenza straniera in Myanmar. Il Consiglio ha poi sottolineato che i funzionari “hanno ribadito il desiderio di rafforzare ulteriormente la cooperazione bilaterale tra Russia e Myanmar”.
La TV di stato del Myanmar ha riferito che il capo della giunta è in viaggio a Mosca per partecipare ad una conferenza insieme ai funzionari russi, alleati importanti soprattutto per le forniture di armi all’esercito del Myanmar.
Russia si oppone alle sanzioni contro la giunta birmana
La visita in Russia di Min Aung Hlaing arriva dopo che l’Assemblea generale della Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede l’embargo sulle armi in Myanmar. La risoluzione richiede anche che i militari cessino immediatamente ogni violenza contro i manifestanti pacifici. È stata approvata da 119 paesi, 36 invece si sono astenuti, compresi Cina e Russia. Mentre un solo paese, la Bielorussia, ha votato contro. Mosca già ad aprile aveva dichiarato di opporsi alle sanzioni contro la giunta militare in Myanmar. Aveva infatti affermato che misure punitive avrebbero potuto innescare un conflitto civile su larga scala nel Paese. Il Cremlino, nonostante la violenta repressione da parte dei militari birmani delle manifestazioni, ha continuato a rafforzare i legami con la giunta birmana.