La NASA afferma che i campioni di roccia raccolti dal rover Perseverance dimostrerebbero il passato “vivo” di Marte.
Rover Perseverance: cosa ha raccolto?
Gli scienziati non possono essere certi se l’acqua che ha alterato queste rocce sia sopravvissuta per decine di migliaia di anni o per milioni di anni. Quello di cui sono sempre più certi è che fosse lì abbastanza a lungo da accogliere la vita microscopica. I campioni di roccia che il rover Perseverance ha recuperato rivelerebbero “un ambiente sostenibile potenzialmente abitabile”. Questo secondo il comunicato diffuso dalla NASA. Secondo gli scienziati, i sali all’interno di queste rocce si sarebbero formati quando le acque sotterranee sono sbocciate attraverso i minerali originali delle rocce o quando l’acqua liquida è evaporata.
Rover Perseverance: le speranze della NASA
La NASA spera che i minerali di sale abbiano intrappolato minuscole bolle dell’antica acqua marziana, preservando i segni dell’antica vita sulla Terra. L’agenzia spaziale selezionò il cratere Jezero per questa missione proprio perché mostrava segni del delta di un fiume. Lo scopo era di scavare in profondità nel sedimento dove un tempo scorreva il fiume, così da verificare la presenza di resti di vita aliena. È certo che un lago un tempo riempisse il cratere, ma non si sa per quanto tempo sia sopravvissuto. La NASA in precedenza aveva affermato che i suoi scienziati non potevano escludere la possibilità che il lago di Jezero fosse pieno di acque alluvionali, poi prosciugate nello spazio di 50 anni.
I campioni arriveranno sulla Terra in un decennio
I campioni di roccia e suolo marziani non sono stati analizzati immediatamente, poiché l’attrezzatura necessaria per farlo è troppo complicata da inviare su Marte. Il rover Perseverance li nasconderà in tubi di titanio che verranno raccolti da un altro rover in circa un decennio. La NASA e l’Agenzia spaziale europea stanno pianificando una campagna di restituzione di campioni su Marte e organizzando missioni future sul Pianeta Rosso.