Il toto ministri è ormai finito: da qualche ora conosciamo infatti i nomi precisi di tutti i ministri che comporranno il nuovo governo giallo-rosso. Una delle più grandi sorprese è sicuramente il nome a cui è stato affidato il Ministero della Salute, non perché non si tratti di un nome noto ma perché si tratta di una personalità di cui non si era minimamente parlato né prima, né dopo né durante la crisi del governo giallo-verde. Si tratta dell’esponente LeU ed ex PD Roberto Speranza, uno dei fondatori del partito che si distaccò dal Partito Democratico poco prima delle scorse elezioni politiche.
Roberto Speranza è una personalità che aveva attirato pochissime attenzioni in questi mesi e che tra l’altro viene da una terra, la Basilicata, che nella sua storia ha prodotto molti pochi ministri della Repubblica Italiana. Proprio la Basilicata ha da anni problemi molto gravi nel settore che vede adesso Speranza come suo massimo esponente politico, problemi che l’ultima gestione PD non è riuscita a risolvere: ne sono conseguiti procedimenti penali e polemiche, un po’ come avvenuto molto di recente anche in Umbria proprio sotto amministrazione PD. Le questioni legali che legano il Partito Democratico alla sanità sono, del resto, proprio uno dei principali fattori che hanno portato il Movimento 5 Stelle ad attaccare più duramente il Partito Democratico in questi anni, ed è probabile che sia proprio questo il motivo per cui la parte gialla del governo non abbia voluto un esponente PD in questo ministero.
Rousseau si esprime e regala la fumata bianca, l’esecutivo è pronto a partire.
A questo punto la domanda è: come mai il Movimento 5 Stelle, alla luce di una gestione della sanità da parte della sinistra che ha sempre condannato, non ha voluto assumersi le responsabilità di gestire un ministero così importante? La risposta sembra scontata: evidentemente una delle due parti non ha voluto la riconferma di Giulia Grillo come Ministro della Salute (non è dato sapere se in fin dei conti il Movimento non l’abbia ritenuta del tutto adeguata o se è il PD ad aver preteso che il suo nome non fosse più fra quello dei ministri, come segno di discontinuità dal governo giallo-verde) e, nel contempo, il Movimento non ritiene di avere attualmente fra le sue file altre persone con le competenze necessarie per rivestire quel ruolo.
D’altro canto, la presenza di LeU in questo governo è necessaria per potersi assicurare la fiducia al Senato: mentre alla Camera PD e 5 Stelle da soli hanno tutti i numeri necessari per lo scopo, al Senato c’era bisogno di una marcia in più per poter essere sicuri di ottenere la fiducia. In bocca al lupo a Roberto Speranza, uomo su cui fra l’altro ora grava la pressione delle aspettative dei suoi conterranei: la situazione della sanità è uno dei peggiori talloni d’Achille della Basilicata, e dal primo ministro lucano della sanità ci si aspetta una certa attenzione alla tematica.