Osservatorio minori ha condotto un’intervista alla criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone sull’emarginazione minorile. La prima domanda posta alla dottoressa riguarda i crimini che i minori commettono su altri minori. La Bruzzone avverte che per la maggiorp parte riguardano reati sostanzialmente gravi quali omicidi volontari e colposi. In essi rientrano gli stupri di gruppo e sequestri di persona. Non mancano reati “minori” come furti e rapine, minacce e diffamazioni.
La famiglia dietro alla devianza minorile?
La criminologa spiega come, nella maggior parte dei casi a lei pervenuti, la famiglia sia fulcro fondamentale di studio. In molti casi, i minorenni prevengono da famiglie che, a loro volta si macchiano di reati, quindi hanno un estrazione sociale criminale. Per tanto, asserisce la Bruzzone, il problema è da valutare in chiave sociale anziché individuale. La psicologa forense, non attribuisce a questi fenomeni “problematiche di natura difettosa”. Spiega appunto come un giovane che abbia raggiunto l’età adolescenziale, debba saper distinguere il bene dal male. La condotta di un minore, spiega, non è da considerarsi come l’avvenire di un processo mentale difettoso. Ciò che sono gli insegnamenti culturali ed etici morali hanno la facoltà di monitorare con precisione la situazione che, raramente riguardano un quadro di natura psicologica. Questi fenomeni, non sono da considerarsi un’emergenza, ma un problema strutturale che riguarda, spesso, le criticità attuate dai modelli genitoriali molto spesso inappropriati.
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La scuola e l’alleanza con la stessa dei genitori unico barlume di speranza
Roberta Bruzzone conclude il discorso sull’emergenza minorile spiegando come una collaborazione da parte della famiglia possa diventare un evidente segnale di speranza. Soprattutto una collaborazione dei genitori con l’istruzione, vale a dire la scuola,”I genitori Devono allearsi con la scuola e non diventare i difensori dei propri figli” conclude la Bruzzone.