sabato, Settembre 14, 2024

Ritrovati grossi frammenti di plastica nell’Oceano Artico

La contaminazione  dei nostri mari da rifiuti plastici non è certo una novità. I ritrovamenti di frammenti o grosse macchie flottanti sono piuttosto comuni all’interno dei nostri mari ed oceani. Tuttavia la scoperta di alcuni ricercatori britannici dell’Università di Exeter di tracce di materiali plastici nell’Oceano Artico merita un’attenzione particolare per due motivi.

Per prima cosa non dobbiamo correre il rischio di “abituarci troppo” a questo genere di notizie. Il pericolo, infatti, è quello di considerare tali ritrovamenti come fatti normali, quasi quotidiani, di poca importanza, e sottovalutarne quindi le conseguenze a livello ambientale.

In secondo luogo si tratta di un evento storico. Si tratta della prima prima esplorazione svolta dagli scienziati in questi luoghi, e in assoluto di quella più a nord. Il ritrovamento, infatti, è avvenuto in un’area a circa 1000 miglia dal Polo Nord, in una zona precedentemente inaccessibile a causa della presenza del ghiaccio polare, ora resa navigabile durante l’estate per effetto del cambiamento climatico. La scoperta, quindi oltre a confermare il degrado ambientale delle acque del nostro pianeta, ci porta ad un ulteriore considerazione circa la dimensione del problema. Il luogo in questione si trova a notevoli distanze dalle terre abitate, e questo ci fa capire quale sia la dimensione attuale del problema a livello globale. Il ritrovamento porta a ipotizzare la presenza di grandi giacimenti di materiali plastici al di sotto della Calotta Polare Artica, con possibili conseguenze catastrofiche per la fauna selvaggia che vive in queste zone.

Fonte originale: The Guardian https://www.theguardian.com/world/2017/sep/24/arctic-plastic-pollution-polystyrene-wildlife-threat

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