venerdì, Aprile 19, 2024

Ricordato per poter dire “stai zitta”

Croce di guerra greca al valore, ha partecipato alle operazioni dello sbarco alleato in Sicilia per la liberazione della penisola italiana, è stato istruttore presso la HMS Royal Arthur, ha fondato il The Duke of Edinburgh’s Award, inaugurato le Olimpiadi estive di Melbourne nel 1956. E’ anche stato  presidente del WWF per il Regno Unito. Ma quello per cui, secondo Repubblica, va ricordato il Principe Filippo è che poteva dire “stai zitta” alla Regina.

Il giornalismo, quello di una volta

Studiando e insegnando giornalismo, leggo e rileggo spesso la storia del giornalismo, italiano ed europeo. E ogni volta resto incantanta da come il giornalismo italiano fosse considerato culturalmente superiore a quello estero. Non dagli italiani, noi si sa che siamo bravi a lodarci e imbrodarci da soli. No. C’erano fior di penne straniere che facevano a gara per scrivere sui giornali italiani, considerati, prima e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, un esempio linguistico gentile ed elegante. Resto incantata pensando a quanto sarebbe bello poter sentire ancora fare certe valutazioni sul giornalismo italiano quando sono all’estero. E ci sono per la metà del mio tempo. Invece no. Davanti a un tesserino dell’Ordine dei Giornalisti Italiano gli adetti delle biglietterie dei musei fanno spalluccia. Fa più presa il badge del portinaio della RAI o quello dell’università di Siena. E siamo ancora a chiederci perchè?

Stai zitta: 99 anni di vita, una carriera militare e diplomatica dimenticati

Il potere del Principe Filippo non era quello di quando aveva al suo comando centinaia di uomini e navi della flotta inglese. Nemmeno quello della diplomazia che gli derivava dall’essere il marito della donna più potente al mondo dopo il presidente degli USA, anche se meno in vista. No. Quello che secondo Repubblica era il potere enorme di questo uomo di 99 anni era che poteva dire “stai zitta” alla Regina. Lui poteva farlo. Il perchè non abbiamo fatto in tempo a saperlo: Repubblica si è presto accorta della valanga di merda che stava arrivando nella sua redazione e ha cambiato il titolo. Ma si sono dimenticati che non siamo più al giornalismo che amavano oltralpe per l’eleganza anche dimenticandosi che nel 2021 un titolo lanciato in rete viene indicizzato dai motori di ricerca in meno di 1 secondo. E che ne rimane traccia per parecchio tempo. Il tempo di farne screenshot e far sapere a tutti, anche a quelli distratti, che in Italia continua ad esserci un’assurda mentalità maschilista che permette agli uomini di pensare di poter dire “stai zitta ” a una donna solo perché sono uomini. Senza voler entrare nel merito della considerazione che in redaziona a Repubblica devono avere del Principe.


Morto il principe Filippo a 99 anni


Il maschilismo culturale

Ecco il maschilismo culturale che non ci toglieremo mai da dosso. Quello che fa fare spallucce se un uomo fischia a una donna perché ha un bel sedere, quello che viene giustificato “tanto lo fanno tutti”. Quello che pervade tutte le sfere e gli strati della nostra società e che un giornalista non si vergogna di mettere in bella mostra su uno dei quotidiani più letti italiani. Se così non è, se è stato un errore (ce lo diranno) allora che esca un editoriale del direttore che spiega perché questo errore è stato fatto. Perché qualcuno deve iniziare a fare mea culpa e noi, che facciamo informazione, non possiamo fare finta di non averne quando permettiamo, anche solo per 1 minuto, che un nostro redattore scriva una cosa simile e la pubblichi.

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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