Rhumornero: una band; 4 nomi: Carlo De Toni, Ettore Carloni, Lorenzo Carpita e Luca Guidi. In attesa delle prossime date del tour, che potete trovare qui, eccoveli in un’intervista che ripercorre il loro percorso artistico.
Innanzitutto, per chi non vi conosce, siete nati come gruppo nel 2005. Come vi siete accorti della vostra comune passione?
La passione comune c’era già da parecchi anni. Veniamo tutti da esperienze artistiche diverse: ci siamo incontrati nelle sale prova del “Music-street” di Pisa e come spesso accade abbiamo deciso di fare qualche prova insieme: da lì è nato il progetto. Negli anni ci sono stati tanti cambiamenti; tanti alti e bassi e diverse pause, dal 2012 la line-up, però, è stabile e dal 2014 grazie a Marco Biondi, che cura la direzione artistica, e a Virgin Radio siamo diventati una realtà nazionale.
Spesso e volentieri diamo alcune notizie per scontate, però non sempre sono chiare; per esempio il vostro nome “RHumornero” da cosa nasce? È una dichiarazione di poetica che spiega i motivi inseriti nei vostri testi? O un semplice gioco di parole tra Rumor, Humor e Nero?
Il nome nasce da tutto quello che hai citato: sia da una dichiarazione poetica che spesso si trova nelle tematiche dei testi – l’umorismo nero – sia da un gioco di parole tra “umore nero”, “Rumore nero” e “RH” che sta a significare il sangue che si versa per la propria opera.
Nella vostra carriera si possono contare già diverse collaborazioni importanti: Baustelle, Verdena e persino i Deep Purple al’Arezzo Play Festival 2010. Come è stato lo scontrarsi con artisti di tale calibro? Vi ricordate se l’adrenalina caricava o terrorizzava?
Grazie a questi concerti abbiamo potuto promuovere bene la band sul campo. Ci siamo fatti conoscere e non abbiamo mai subìto questi grandi palchi – cosa non scontata – e proprio nel 2010, dopo aver aperto ai Deep Purple, ci siamo accorti che potevamo fare un grande salto di qualità. La musica ha smesso di essere un gioco ed è diventata un progetto importante per le nostre vite.
I vostri album precedenti sono in libero streaming su Youtube, sul vostro canale “Rhumornero Official”. Essendo questa una scelta particolare, in quanto spesso solo alcuni dei singoli vengono pubblicati sulla piattaforma, come mai questa scelta? Non ritenete di sfavorire le vendite dei vostri album?
La musica è un prodotto che si può trovare gratuitamente con la massima semplicità: esistono tanti portali dove poter ascoltare musica gratuita, da Spotify a YouTube, quindi non ci poniamo il problema. Il mercato discografico è morto, eppure, nel nostro piccolo caso siamo molto soddisfatti delle vendite di “EREDI”. Questo significa che i nostri sostenitori vanno al di là di queste cose e vogliono ancora toccare con mano la copia fisica del disco. Per noi è una grande soddisfazione.
Il vostro ultimo album, “Eredi”, uscito il 20 Gennaio 2017, porta delle sonorità che si frappongo tra rock e cantautorato italiano. Quali sono i vostri punti di riferimento nel panorami italiano e non?
Nel panorama italiano Franco Battiato resta da sempre un faro nella notte per aver trasformato la “canzonetta” in qualcosa di importante e serio. L’altro punto cardine è “Pietro Foresti” che cura la produzione artistica dei RHumornero: colui che fa “suonare” a dovere molti dei nostri brani, ne enfatizza il carattere e ci fa stare bene. Il nostro atteggiamento con gli strumenti, invece, arriva dagli anni novanta dove ci siamo generalmente formati
In conlusione: quali progetti vi vedono coinvolti nei prossimi tempi?
Il tour di “EREDI” e altre cose molto importanti che per ora preferiamo non svelare. Seguitici sui nostri social e venite a trovarci ai nostri concerti. Vi aspettiamo!
