Ci sono avvenimenti storici che fanno letteralmente inorridire. Come quelli avvenuti nel XIX secolo. Quando gli indigeni erano presentati come infidi, traditori e cannibali. E i bianchi come intrepidi civilizzatori. Rapportare il passato al presente, dunque, è difficile. Soprattutto quando si tratta di una macabra scoperta. Che ha traumatizzato il popolo canadese. Ed ha addolorato Papa Francesco. Si tratta della scoperta di 215 resti di bimbi indigeni. Nei pressi di un ex scuola cattolica di Kamloops. In Canada.
Il Papa in shock per il ritrovamento dei resti dei bimbi?
Dunque, dolore e commozione nel corso dell’Angelus, a Piazza San Pietro, da parte di Papa Francesco. Sconvolto dalla triste notizia del ritrovamento in una fossa comune, dei resti dei piccoli indigeni. Morti mentre frequentavano le scuole residenziali. Istituite dal governo canadese. E gestite dalla Chiesa cattolica. Scomparsi nel nulla. In un arco temporale che va dal 1800 al 1960. In tutto circa 150mila bambini. Strappati alle loro famiglie. E costretti a frequentare quel sistema scolastico. Dove gli strappano l’identità indigena. E li indottrinano per conformarli alla società dominante. Nonchè vittime di abusi e maltrattamenti.
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Il dolore di Papa Francesco
Il silenzio della fede non fa da contraltare al silenzio dell’uomo. Ma si propone come risposta. Quale preghiera silenziosa. In un momento di tristezza e di sofferenza. Il Pontefice, quindi, esprime la propria vicinanza, al popolo canadese. Affidando, le anime di quei bambini morti. E pregando per le famiglie e comunità autoctone affrante dal dolore. “Questa triste scoperta accresce la consapevolezza dei dolori e delle sofferenze del passato. Le autorità politiche e religiose continuino a collaborare con determinazione per fare luce su questa triste vicenda. E per impegnarsi in un cammino di guarigione. Questi momenti rappresentano un forte richiamo per tutti noi per allontanarci dal modello colonizzatore, anche dalle colonizzazioni ideologiche di oggi. E camminare fianco a fianco nel dialogo.” Queste le parole del Papa.