Una selezione di vasellame in vetro romano, danneggiato durante l’esplosione del 4 agosto scorso al porto di Beirut sarà recuperata. Annunciati i restauri in Libano che coinvolgono il British museum e TEFAF in un progetto di ripristino dei contenitori antichi.
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Come si svolgeranno i restauri in Libano?
Le Istituzioni culturali hanno in programma di recuperare otto reperti in vetro rotti, ricostruendoli. Un intervento possibile con l’impiego di attrezzature moderne e di un gruppo di esperti del restauro. Il laboratorio del British museum sarà la sede dell’opera, dove i pezzi dei contenitori frantumati saranno ricomposti. Come in un puzzle, i restauratori faranno combaciare le tessere mancanti, recuperate dopo lo scoppio della teca che li conteneva. Al termine del lavoro, l’esposizione londinese presenterà il vasellame per poi rispedirlo a Beirut.
L’esplosione al porto di Beirut
I vetri di epoca romana e bizantina sono conservati al Museo archeologico di Beirut. Con l’esplosione avvenuta al porto, distante pochi chilometri dal centro culturale, una teca è andata distrutta. Conteneva 72 reperti vitrei che si sono frantumati e soltanto 15 sono restaurabili. Il personale considera quindi ricomponibili otto oggetti antichi. Per ogni vaso un esperto dell’Institut national du patrimoine ha identificato i frammenti da spedire a Londra per il restauro. TEFAF, la Fondazione europea per l’arte partecipa al progetto finalizzato a recuperare alcune testimonianze del passato. L’Ente infatti offre una sovvenzione di 25.000 € provenienti dal Fondo annuale di restauro del Museo.
I vetri romani di Beirut
I vasi da ricomporre sono in vetro soffiato: alcuni risalgono all’I secolo a.C., altri si presentano con lo stile islamico e bizantino. Sono reperti che testimoniano l’evoluzione della tecnica di realizzazione degli oggetti di uso quotidiano, nelle forme e nell’utilizzo. Alcuni potrebbero provenire dalla Siria o dall’Egitto, zone di scambi commerciali e in cui esistevano dei centri produttivi.