Quante volte abbiamo sentito parlare di Personal Branding? Di sicuro tante volte ed ora, è il momento più opportuno per parlare di sè stessi e per migliorare determinati aspetti della nostra comunicazione. Il termine Personal Branding (letteralmente marchio personale) fa riferimento a quel complesso di strategie messe in atto per promuovere se stessi: competenze, conoscenze ed esperienze costituiscono appunto il nostro biglietto da visita alla stregua appunto di un brand.
Ognuno di noi ha una reputazione digitale e potrebbe non essere positiva
Potremo dire che alcuni operatori “atipici” come hostess e promoter, liberi professionisti, collaboratori a progetto e tutti quei lavoratori che dipendono dalle recensioni o dai consigli degli altri mai come ora devono lavorare in questa modalità per emergere e fare la differenza. Grazie ad internet è possibile lavorare e migliorare quasi tutti gli aspetti inerenti la comunicazione: sono sempre più le agenzie ed i recruiter che effettuano una prima “scrematura” dei candidati relativamente alla loro presenza sul web.
L’obiettivo finale di qualsiasi operazione di personal branding, infatti, è riuscire a imprimere nella mente di individui e organizzazioni un’immagine, ben confezionata, di sé.
Come per un’azienda o un prodotto, posizionarsi – qui anche, letteralmente, posizionare se stessi – nella mente di un consumatore o, nel nostro caso di un’agenzia richiede però di tenere in considerazione, oltre ai propri, anche valori, sistemi di riferimento e percezioni del settore di mercato a cui andremo a proporre il nostro personal branding.
È, insomma, quando le due immagini – quella che si prova a veicolare di sé e quella che invece di sé hanno gli altri – si sovrappongono che il personal branding si può considerare riuscito. Quante volte abbiamo cercato informazioni su una determinata persona?
Abbiamo usato Facebook, LinkedIn o altri social, a seconda dell’età o dell’interesse e spesso, abbiamo avuto informazioni non richieste ma molto interessanti: se vogliamo sapere quali sono i commenti o eventualmente i giudizi nei nostri confronti basterà inserire in un qualsiasi motore di ricerca il nostro nome e cognome e scopriremo tantissime cose. Annunci, commenti, recensioni sui nostri prodotti, in canali non ufficiali, ed anche eventuali post pubblicati su pagine, siti o portali.
Inutile dire quanto sia importante per chi lavora sulla propria immagine fare in modo che il proprio status sia il più possibile immacolato o che trasmetta perlomeno lo spirito che caratterizza il nostro cv: se ci candidiamo su una piattaforma che ricerca operatori sociali sul territorio, un nostro continuo inneggiare alla liberazione dell’Italia da parte di altre etnie potrebbe quantomeno far riflettere due volte il recruiter in possesso del nostro cv.
Questo tempo di riflessione a casa ci permette di lavorare su alcuni aspetti della nostra vita: usiamo questo tempo per migliorare i contenuti di noi stessi ed offrire a chi ci cerca “la parte migliore di noi stessi”.