Ultimamente sembra che la scienza si sia “attivata” al 100% nella lotta contro i tumori. Fra quelli mammari di cui abbiamo parlato in gran misura in questi giorni, si istaura una “luce di speranza” per il glioblastoma: una forma tumorale che riguarda la parte cerebrale del nostro corpo.
Una speranza per il glioblastoma?
Per i fortunati che non ne conoscono l’entità, sappiate che si tratta di un tumore maligno che colpisce soprattutto gli adulti. Interessa generalmente gli emisferi cerebrali, sebbene più raramente colpisce sia il tronco cerebrale che, il midollo spinale. In alcuni casi, i più drastici, si irradia oltre le strutture del sistema nervoso centrale. È un tumore estremamente difficile da curare e queste cure si traducono in chemioterapia, radioterapia e chirurgia. I casi di sopravvivenza stimati, difficilmente superano i tre anni e si tratta di una male estremamente recidivo, ovvero, che tende a ricomparire nel tempo. Ed è proprio a questo punto che potrebbe sorgere un bivio di svolta alle classiche tipologie di cura. Una paziente di 61 anni è la prima donna in Italia e, fra le poche nel mondo, ad essersi sottoposta ad una terapia sperimentale. La donna presenta una forma recidivante del tumore e gli specialisti dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova, la stanno sottoponendo ad un mix di farmaci: Regorafenib e Nivolumab.
Individuati microRNA che favoriscono la crescita del tumore mammario
L’importanza della sperimentazione
Il Regorafenib è un farmaco già noto per la cura contro il tumore cerebrale. Questo agisce riducendo la vascolarizzazione e la proliferazione di cellule tumorali. Tale è associato al Nivolumab che ha un’azione di “rinforzo” e supporto per il sistema immunitario, così da renderlo più resistete all’attacco di cellule tumorali. Lo studio attuato a Padova è rinominato “Rivo-Nivo” dalla crasi dei nomi dei farmaci, coinvolgerà circa 210 pazienti per testare l’efficacia della nuova sperimentazione, mai attuata prima. In più, si effettuerà anche una prova sui pazienti con tumori gastro-intestinali. Se i risultati risulteranno stimabili positivamente, si potrà accedere allo studio di nuove cure per i tumori cerebrali e non solo.