giovedì, Aprile 25, 2024

Referendum taglio dei Parlamentari: i due fronti in piazza il 12 settembre

Referendum taglio dei Parlamentari è una partita ancora aperta e c’è molta incertezza sull’esito delle consultazioni che si svolgeranno il 20 e il 21 settembre. Il fronte del NO ha dichiarato che 12 settembre sarà in piazza a Roma per una manifestazione. Ad annunciarlo in conferenza stampa Jacopo Ricci, esponente dei Giovani democratici per il No, Gianni Cuperlo, Emma Bonino, Riccardo Magi, Gregorio De Falco e Jasmine Cristallo delle Sardine. Nella stessa giornata si svolgerà anche il #VotaSìDay lanciato dal M5s.

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Referendum taglio dei Parlamentari: il fronte del NO

Referendum Taglio dei Parlamentari

Un fronte che si ingrossa, in modo silenzioso e recupera consenso giorno dopo giorno. Pier Ferdinando Casini, in un’intervista rilasciata il 1 settembre a Repubblica, ha dichiarato e illustrato le ragioni per  il suo No al taglio di un terzo dei parlamentari al vaglio delle urne il 20-21 settembre. Anche il Cavaliere Silvio Berlusconi conferma le sue perplessità sul taglio degli eletti e parla di assoluta libertà di voto per i parlamentari azzurri. Mentre alla Camera si è riunito un fronte trasversale di parlamentari e associazioni per il No. Ed è stata programmata una manifestazione a Roma per il 12 settembre, alle 17, in piazza Santi Apostoli. 

Emma Bonino promotrice del no al referendum ha spiegato: “sosteniamo l’iniziativa dei giovani mentre noi faremo una maratona oratoria il 9 settembre, vedremo se in forma pubblica o in streaming.” La leader di Più Europa ha aggiunto: “Sono contraria a una riforma fatta in questo modo e come se un inquilino del primo piano togliesse la trave portante senza occuparsi della stabilità complessiva del caseggiato. In una democrazia parlamentare non si può procedere così”.

Ma non è tutto. A rendere incerto l’esito del voto vi è anche un altro fattore: la partecipazione. 

Secondo un sondaggio Euromedia Research pubblicato sulla Stampa, almeno il 40% degli italiani che ha dichiarato di andare alle urne, non sa dove mettere la croce. Tra i cittadini vi è senza dubbio molta disinformazione e forse anche un certo disinteresse per il referendum.

Il M5S lancia il #VotaSiDay, gazebo in tutte piazze 

C’è un appuntamento importantissimo che attende i cittadini italiani il 20 e 21 settembre: andiamo a votare al referendum e votiamo sì. Con il taglio di 345 poltrone di deputati e senatori possiamo rendere più efficiente il Parlamento”.

Lo scrive il Movimento 5 stelle sul blog e lancia, per sabato 12 settembre, a una settimana dal referendum, il “Vota sì day”. Sarà una giornata per informare e diffondere le ragioni del sì per il taglio di 345 parlamentari per le strade e nelle piazze italiane. Dal blog arriva anche un appello alla cittadinanza “Partecipa anche tu. Organizza un banchetto o un gazebo e aiutaci a diffondere questa battaglia”.

Secondo i rappresentati del M5S: “Stanno raccontando che con la riduzione del numero dei parlamentari verrebbe indebolito il principio di rappresentanza. Questo è falso. A fare queste affermazioni sono gli stessi politici che nei loro partiti contano tra le proprie file il più alto numero di parlamentari assenteisti”. I sostenitori del sì al referendum sul taglio dei parlamentari sottolineano anche l’aspetto economico della  riforma: “Risparmiare 300 mila euro al giorno, cioè 100 milioni l’anno, per un totale di quasi mezzo miliardo a legislatura, non è un dettaglio e non lo è in particolare in un momento di crisi come quello che stiamo tutti attraversando”.

Partito Democratico: Sì al referendum a patto che si proceda con la riforma elettorale

Tra i correttivi invocati dal Pd, per votare Sì al referendum, c’è la legge elettorale. Il testo base dovrebbe essere adottato martedì 8 settembre. È questo l’orientamento emerso in commissione Affari costituzionali alla Camera.  Qualcosa sembra muoversi fra le fila Dem, anche se non convince fino in fondo. Il segretario Zingaretti in una lettera indirizzata a Repubblica ha parlato di “un tentativo di indebolire il PD e il governo attraverso la vittoria del No”. Il rischio secondo Zingaretti è quello di bloccare le riforme collegate al taglio dei parlamentari, compresa quella elettorale, su cui il Pd insiste dopo che erano state concordate nella maggioranza.

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