Referendum sulla Costituzione in Tunisia: vince il sì

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Elezioni Tunisia: al voto solo il 9% degli aventi diritto

Vince il sì al referendum sulla Costituzione in Tunisia. L’opposizione afferma che è l’inizio di una nuova era di governo autoritario centralizzato.

Referendum sulla Costituzione in Tunisia: cos’è successo?

I tunisini hanno votato a favore della nuova Costituzione. Secondo i primi exit poll, il 92,3% ha votato sì. Tuttavia, bisogna sottolineare che l’affluenza è stata molto bassa. Solo il 25% degli aventi diritto si è recato alle urne. L’opposizione ha condotto una campagna di boicottaggio. Molti elettori e partiti di opposizione hanno deciso di non “snobbare” il voto per non legittimare un processo che, secondo loro, è un ritorno ad un governo dittatoriale.  Durante il voto sono scoppiate anche le polemiche da parte dei giornalisti. Il Sindacato nazionale dei giornalisti tunisini ha affermato che ad alcuni giornalisti è stato impedito di coprire il voto all’interno di alcuni seggi elettorali, mentre ad altri sono stati nascosti i dati sull’andamento del voto. Ha anche segnalato gli ostacoli alla sicurezza e le molestie nei confronti di giornalisti tunisini e stranieri che stavano tentando di coprire il referendum. Il presidente Saied, promotore del referendum, ha parlato davanti ai suoi sostenitori. Ha definito il giorno del referendum come “un momento storico”.

Inizia una nuova era di dittatura?  

Il nuovo testo costituzionale darà enormi poteri alla carica del presidente e limiterà molto quelli del governo, del parlamento e della magistratura. Il nuovo testo prevede che il presidente possa scegliere e dimettere a suo piacimento sia il premier che i ministri. Inoltre, l’esecutivo non necessita della fiducia dei deputati. Al parlamento resta solo la possibilità di far cadere il governo. Tuttavia è una possibilità molto remota in quanto necessita della maggioranza di almeno due terzi. Secondo gli analisti, in Tunisia è iniziato un nuovo sistema autoritario centralizzato che poco si distacca da quello dell’ex dittatore Zine el-Abidine Ben Ali, fuggito all’estero nel 2011 dopo la Primavera Araba.  


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