sabato, Giugno 21, 2025

Recovery al vaglio del Parlamento: i 6 pilastri della bozza

Ebbene il Recovery è al vaglio del Parlamento. Passa alla Camera la stesura del testo definitivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’ambizioso piano di riforme che il governo dovrà poi trasmettere entro il 30 di aprile alla Commissione Europea. Si tratta di progetti finanziati per favorire la rinascita economica e sociale post pandemica. E sono chiamati ad agire proprio all’interno dello spazio di prosperità, assicurando i traguardi di sostenibilità fissati dall’Agenda 2030. Dunque un perimetro nel quale il Recovery Plan si dovrà muovere per finanziare investimenti e riforme. Necessari a ricostruire un sistema socio economico resiliente e meno vulnerabile agli shock futuri. Facciamo il punto della situazione.

Recovery al vaglio del Parlamento: cosa prevede?

Da Bruxelles arriveranno in Italia 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Recovery. Mentre 30 miliardi confluiscono in un fondo complementare. In cui rientrano gli investimenti che non sono inclusi nel PNRR vero e proprio.  La documentazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza inviata dal governo alle commissioni parlamentari “ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il Mezzogiorno. E contribuisce in modo sostanziale a favorire l’inclusione sociale e a ridurre i divari territoriali”. Come si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi. Inoltre la bozza è stata arricchita di ulteriori dettagli come la proroga del Superbonus al 110% al 2023. In tutto quindi contiene sei “missioni” strutturali. 


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Prima missione: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura.

Per la Digitalizzazione, l’innovazione, la competitività e la cultura sono previsti stanziamenti per 49,2 miliardi. Di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo complementare. Ha come obiettivo la modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del Paese, nella Pubblica Amministrazione e nel suo sistema produttivo. E quello di investire in due settori chiave per l’Italia. Il turismo e la cultura. Gli investimenti previsti nel piano assicurano la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il Paese. In particolare, portano la connettività a 1 Gbps in rete fissa a circa 8,5 milioni di famiglie e a 9.000 edifici scolastici che ancora ne sono privi. E assicurano connettività adeguata ai 12.000 punti di erogazione del Servizio Sanitario Nazionale.

Viene avviato anche un Piano Italia 5G per il potenziamento della connettività mobile in aree a fallimento di mercato. Il Piano prevede incentivi per l’adozione di tecnologie innovative e competenze digitali nel settore privato. Inoltre rafforza le infrastrutture digitali della pubblica amministrazione. Ad esempio facilitando la migrazione al cloud. Per turismo e cultura, sono previsti invece interventi di valorizzazione dei siti storici e di miglioramento delle strutture turistico-ricettive.

Seconda missione: rivoluzione Verde e Transizione Ecologica

La seconda missione può contare su 68,6 miliardi. Ed è volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia italiana. In linea con il Green Deal europe. Il Piano prevede investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti. Per raggiungere target ambiziosi come il 65 per cento di riciclo dei rifiuti plastici e il 100 per cento di recupero nel settore tessile. Sul fronte delle infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15 per cento. Inoltre il Piano stanzia risorse per il rinnovo del trasporto pubblico locale. Con l’acquisto di bus a bassa emissione, e per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa. Sono previsti corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici. Le misure consentono la ristrutturazione di circa 50.000 edifici l’anno. 

Il Governo prevede importanti investimenti nelle fonti di energia rinnovabile e semplifica le procedure di autorizzazione nel settore. Si sostiene la filiera dell’idrogeno. E in particolare la ricerca di frontiera, la sua produzione e l’uso locale nell’industria e nel trasporto.  Il Piano investe poi nelle infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15 per cento. E nella riduzione del dissesto idrogeologico.

Terza missione: infrastrutture per una Mobilità Sostenibile

La terza missione, “Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”, stanzia complessivamente 31,4 miliardi. Di cui 25,1 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,3 miliardi dal Fondo. Nel comunicato si precisa che “il suo obiettivo primario è lo sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna,sostenibile e estesa a tutte le aree del Paese”. Il Piano prevede “un importante investimento nei trasporti ferroviari ad alta velocità. A regime, vengono consentiti significativi miglioramenti nei tempi di percorrenza,soprattutto nel centro-sud. Ad esempio, si risparmierà 1 ora e 30 minuti sulla tratta Napoli-Bari, 1 ora e 20 minuti sulla tratta Roma-Pescara, e 1 ora sulla tratta Palermo-Catania. Il Governo investe inoltre nella modernizzazione e il potenziamento delle linee ferroviarie regionali. Sul sistema portuale e nella digitalizzazione della catena logistica”.

Quarta missione del Recovery al vaglio del Parlamento: istruzione e ricerca

E’ uno dei capitoli che nel tempo ha subito maggiori modifiche in fatto di risorse. Passando da 21, 4 miliardi di euro della prima versione ai 31,9 miliardi di euro. Di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo. Il suo obiettivo è rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Il Piano investe negli asili nido, nelle scuole materne, nei servizi di educazione e cura per l’infanzia. Crea 152.000 posti per i bambini fino a 3 anni e 76.000 per i bambini tra i 3 e i 6 anni.

Il Governo investe nel risanamento strutturale degli edifici scolastici, con l’obiettivo di ristrutturare una superficie complessiva di 2.400.000 metri quadri. Inoltre, si prevede una riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea. Ad esempio con l’aggiornamento della disciplina dei dottorati e un loro aumento di circa 3.000 unità. Si sviluppa l’istruzione professionalizzante e si rafforza la filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico.

Quinta missione: inclusione e coesione

La missione comprende una revisione strutturale delle politiche attive del lavoro. Un rafforzamento dei centri per l’impiego e la loro integrazione con i servizi sociali e con la rete degli operatori privati. Si interviene in sostegno alle situazioni di fragilità sociale ed economica. Alle famiglie, alla genitorialità e alle persone con disabilità o non autosufficienti. Si rafforza infine la Strategia nazionale delle aree interne rilanciata dal Piano Sud 2030. Con interventi sulle infrastrutture sociali e misure a supporto dei giovani e finalizzate alla transizione ecologica. Per questa missione il Pnrr, stanzia complessivamente 22,4 miliardi di euro.

Sesta missione del Recovery al vaglio del Parlamento: salute

Ultimo capitolo nel PNRR è la missione “salute”, da 18,5 miliardi di euro. Si focalizza su due obiettivi. Il rafforzamento della rete territoriale e l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Con il rafforzamento del Fascicolo Sanitario Elettronico e lo sviluppo della telemedicina. In particolare il Piano investe nell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio e attiva 1.288 Case di comunità e 381 Ospedali di comunità. Si potenzia l’assistenza domiciliare per raggiungere il 10 per cento della popolazione con più di 65 anni, la telemedicina e l’assistenza remota, con l’attivazione di 602 Centrali Operative Territoriali. Il Governo investe nell’aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzature per diagnosi e cura, con l’acquisto di 3.133 nuove grandi attrezzature, e nelle infrastrutture ospedaliere, ad esempio con interventi di adeguamento antisismico.  Il Piano rafforza l’infrastruttura tecnologica per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati, inclusa la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico.

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Diletta Fileni
Diletta Fileni
Blogger e redattrice per il Periodico Daily guardo alla scrittura come esercizio di riflessione e di responsabilità, uniti a un impegno per invitare alla conoscenza. Laureata in Economia e Commercio.

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