venerdì, Marzo 29, 2024

Reckoning: consigli di Mary Trump per una nazione traumatizzata

La nipote di Donald Trump, Mary Trump, autrice di un bestseller sulla sua famiglia, è ora alle prese con un libro per aiutare una nazione traumatizzata. Il libro prende il nome di The Reckoning: our nation’s trauma and finding a way to heal. Esso parla di come superare il trauma e l’instabilità del Paese – cose che l’autrice attribuisce principalmente a suo zio.

Reckoning“: su cosa verte il nuovo libro di Mary Trump?

Mary Trump, la nipote dell’ex presidente USA Donald Trump, è conosciuta soprattutto per il suo bestseller dello scorso anno, dal titolo Too much and never enough: how my family created the world’s most dangerous man. In questo libro, l’autrice ha fornito un racconto dettagliato sulla sua famiglia “malignamente disfunzionale”. Ora, Mary Trump intende parlare del trauma. La nipote di Trump non ha solo un dottorato di ricerca in psicologia clinica, ma le è stato anche diagnosticato un disturbo da stress post-traumatico. Questo nuovo libro si intitola The Reckoning: our nation’s trauma and finding a way to heal. Nel volume, Mary Trump parla del momento in cui ha appreso della vittoria di suo zio alle presidenziali del 2016. “Nel cupo mattino successivo alla notte delle elezioni 2016, ho scritto quanto segue: ‘umiliato, sminuito, degradato’”, si legge.

A seguito dell’elezione di suo zio, Mary è stata alcune settimane in un centro di cura a Tucson, in Arizona. Questo per cercare di capire “perché l’elevazione di mio zio Donald alla Casa Bianca mi avesse così distrutto”. Ma nel suo libro non è solo il suo trauma personale a essere raccontato, ma anche il trauma dell’interno paese, da risolvere per mantenere viva la democrazia.

Cosa sta alla base del trauma della nazione secondo Mary Trump?

In “The Reckoning” Mary Trump esplicita l’intero trauma della nazione, sostenendo che la discordia attuale è dovuta sia alle passate schiavitù sia alla sopravvivenza della supremazia bianca.  “La nostra è una brutta storia piena di comportamenti depravati, barbari e disumani tenuti da persone comuni e incoraggiati o almeno condonati dai leader ai più alti livelli di governo. Una negazione di quella storia e una negazione del nostro trauma”, scrive. Mary Trump afferma che la guarigione dal trauma inizia con il riconoscimento della verità in un “linguaggio puro per quanto scomodo”.

La politicizzazione della pandemia alla base del problema

Gran parte delle colpe attribuite dall’autrice vanno alla situazione pandemica nel suo Paese alle spalle di suo zio. In particolare, si scaglia contro la politicizzazione dell’emergenza sanitaria. “Le pandemie e le guerre sono quando le società si uniscono. Soprattutto nelle pandemie quando siamo isolati l’uno dall’altro, avere un senso di connessione sarebbe stato davvero utile. Ci sarebbe stato un senso che siamo tutti in questo insieme. Dividendoci lungo linee politiche, penso che abbia fatto uccidere molte più persone e abbia iniettato un livello di rabbia e ostilità che altrimenti non sarebbe esisto”, afferma la Trump.


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