Razzi spaziali: l’ispirazione dai racconti di Jules Verne

Oggi i razzi spaziali sono una realtà, e non destano più sorpresa. Ma deve pur esserci stata una prima ispirazione: e questa è merito dello scrittore Jules Verne.

Quando sono nati i primi razzi spaziali letterari?

Il libro in questione usciva nel 1865, ed era intitolato Dalla Terra alla Luna. Protagonista è proprio quello che poi sarà chiamato razzo spaziale, sparato con l’ausilio di un cannone. Per l’epoca non scienza, ma fantascienza. E c’è chi ha preso spunto da questo per realizzarne uno autentico.


Pictures of the Year natura e progressi scientifici


Il pioniere Konstantin Tsiolkovsky

A trasformare la storia letteraria in realtà, o a volerci provare per primo, è stato l’inventore, scienziato e scrittore russo Konstantin Tsiokovsky, nel 1903. Interessato da sempre alla comprensione della fisica e alle potenzialità offerte dalla tecnologia, scrisse un documento sull’esplorazione del cosmo utilizzando strumenti a getto: razzi spaziali, insomma. Ventilò per primo l’ipotesi di costruire questi mezzi con materiali metallici, anche se non ottenne né riscontro né sostegno da parte della comunità scientifica del suo tempo. Questo comunque non gli impedì di scrivere libri di fantascienza sulla eventuale vita in altri pianeti, e sulla possibilità di comunicare con diversi esseri spaziali.

I primi razzi spaziali

Torniamo alla questione dei veicoli spaziali. Per parlarne non sarà inutile fare un piccolo riassunto del loro funzionamento: tutto comincia con una certa quantità di gas altamente compresso. Se questo si immagazzina all’interno di un razzo, sarà necessario aprirne leggermente il serbatoio per far uscire le sue molecole. Esposte in tal modo alla luce, le molecole cominceranno a muoversi velocemente verso l’uscita: il razzo si muoverà quindi necessariamente nella direzione opposta. Per aumentare la velocità di dette molecole, l’interno dello spazio dovrà essere rapidamente riscaldato: questo effetto si otterrà aggiungendo al serbatoio una miscela di carburante esplosivo. In questo modo, anche il razzo si muoverà più velocemente. Ma si trattava comunque di una tecnologia ancora migliorabile.

I razzi multistadio

La proposta di Tsiolkovsky era quindi di impiegare stabilizzatori giroscopici nel razzo, raffreddando la camera di combustione con componenti dello stesso carburante. Nel 1929 progettò ancora alternative, in caso di esaurimento di gas o carburante: la possibilità di scartare un serbatoio vuoto, allontanandosi dallo stesso. La base, in sostanza, del funzionamento dei moderni razzi multistadio.

Le conferme di Herman Oberth

Tsiolkovsky morì nel 1935, e il suo lavoro non venne riconosciuto in vita. Il suo potenziale erede fu Herman Oberth, fisico tedesco nato nell’impero austroungarico nel 1894. A undici anni aveva letto i libri di Jules Verne, e a tredici era già riuscito a dimostrare la veridicità delle teorie raccontate. Scartata la possibilità di utilizzare un cannone per lanciare un razzo, si adoperò a cercare nuove soluzioni: riuscì a trovarle nella tecnologia missilistica, giungendo alla conclusione che per un motore a reazione era necessario il carburante liquido.

Nuove considerazioni

A 18 anni Herman Oberth rilevò che il consumo di carburante rendeva un razzo di massa costante più pesante. Ciò significava che il veicolo doveva necessariamente liberarsi di parti inutili del meccanismo. Riunì le sue considerazioni in un libro pubblicato nel 1923, dal titolo Un razzo nello spazio interplanetario: sei anni dopo lo riaggiornò intitolandolo Roads to Space Flight.

Robert Goddard e la propulsione a razzo

Contemporaneo dei primi due fu Robert Goddard, che ebbe con loro contatti epistolari anche se agli effetti pratici non collaborarono mai ad alcun progetto. Nel 1920 egli stava studiando le tecniche per poter sollevare l’apparato meteorologico più in alto di quanto non facessero già i palloni, e pubblicò uno studio in merito. Qui descrisse le basi matematiche della propulsione a razzo, fondate su calcoli matematici ben precisi: la stampa però si prese gioco di lui, tenendolo lontano dai media per parecchio tempo. Sei anni dopo realizzò e mise in opera un razzo a combustione liquida, e in tre anni riuscì anche a fargli trasportare un carico utile.

La Space Travel Society

Alla fine degli anni Venti, quindi, c’erano grandi sommovimenti nel neonato campo dell’astronautica. La Space Travel Society quindi formata, che coinvolgeva Stati Uniti, Russia e Germania, venne costituita nel 1927 a Breslavia, e presto venne assimilata dalla propaganda del Terzo Reich con l’avvento di Adolf Hitler. Al tempo i razzi non erano ancora così popolari, e soprattutto non facevano parte delle restrizioni applicate verso la Germania dal Trattato di Versailles. Il loro successo fu però molto rapido in ambito militare, per il potenziale futuro.

La guerra infinita tra Russia e Stati Uniti

Non è un segreto che la Russia e gli Stati Uniti siano stati sempre contrapposti nelle missioni spaziali. Se vogliamo trovare un principio a questa rivalità, questa risale sicuramente alla fine della Seconda Guerra Mondiale: già da allora le due superpotenze cominciavano a tentare di superarsi l’una con l’altra per tecnologia missilistica. Il primo lancio fu realizzato dalla Russia il 4 ottobre 1957: il razzo R7, in alluminio, orbitò intorno alla Terra per 1400 volte in 92 giorni. Ed era trascorso appena un mese quando la missione Sputnik-2 venne mandata in orbita la cagnolina Laika, che purtroppo morì dopo poche ore. Gli Stati Uniti lanciarono invece la loro prima sonda tre mesi dopo. Da qui arriviamo allo sbarco sulla Luna, una data che rimase nella Storia: e il resto lo sappiamo.

Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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