Raniero Cantalamessa il sacrestano di una inquisizione spirituale

Raniero Cantalamessa dichiara: “È l’opzione politica, quando essa prende il sopravvento su quella religiosa ed ecclesiale e sposa una ideologia, dimenticando completamente il valore e il dovere dell’obbedienza nella Chiesa. La tunica di Cristo fatta a pezzi dalle divisioni nella Chiesa“. La domanda si poneva sui risvolti della Chiesa romana in tempo di scisma.

Raniero Cantalamessa è il sacrestano dell’Inquisizione clericale?

In realtà Raniero Cantalamessa non è in grado di essere nulla, se non un semplice frate, bucolico e inquisitore. Forse proprio per la sua povertà culturale e storica è inquisitore. Del resto chi non verifica storicamente i percorsi di una appartenenza, ridisegna in se una progressiva demolizione del progresso fatto attraverso le stesse falsità fino ad ora governanti. Come a dire: se siete stati capaci di modellare politicamente ed economicamente la vostra falsa spiritualità, basata sul credo e non sulla archeologia, perché non farlo ora, a favore di una evoluzione, della vostra falsa spiritualità in simbiosi con la falsità sociale e politica? Raniero Cantalamessa racconta una Chiesa che dovrebbe essere immobile spiritualmente e socialmente per non rischiare uno scisma. Il timore di perdere o veder frammentato il potere, solitamente spaventa più i piccoli uomini che i grandi uomini. Ma come disse Kurtz: “Né l’uno né l’altro. Lei è solo un garzone di bottega che è stato mandato dal droghiere a incassare i sospesi“. I compensi reclamati da qualche vescovo che vedrebbe dissolversi il suo potere da Conte di campagna, a favore di una realtà evolutiva.


Mi chiamo Jorge Mario Bergoglio e mi chiamano Francesco


La Chiesa e lo scisma

Che nelle sacre stanze di Roma, Papa Francesco sia in minoranza, è dimostrato dal fatto che i corvi neri conservatori abbiano mandato il loro servitore preferito a reclamare i sospesi. Il ribadire la ricerca dell’accortezza, per chi conosce il linguaggio clericale, equivale ad una dichiarazione di contrasto, verso quella che oggi si chiama Chiesa progressista. La quale, essendo volta all’interesse globale e del singolo individuo, vede a capo ma non il capo, proprio Francesco I. Proprio colui che ha già visto cosa il potere repressivo riesce a creare sia spiritualmente che economicamente: corruzione e afflizione. Il fraticello che riporta le parole della sporca curia romana e della congregazione per la dottrina della fede, non si rende conto del danno che provoca alla spiritualità cristiana. La sua incapacità però è addirittura esaltata da ex quotidiani di spicco. Indice di una povertà della conoscenza storica che definisce il grado di incuria spirituale di questa società in deflagrazione. Sarebbe opportuno capire i percorsi prima di fare articoli inutili cari colleghi.

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